«È una vittoria storica di quanti credono e combattono per il giusto rispetto della proprietà intellettuale e del lavoro degli autori che deve essere incentivato attraverso la sua protezione per il progresso della cultura. Io spero che la nuova legge francese costituisca un forte stimolo per il parlamento italiano affinché si affretti ad adottare una adeguata normativa in proposito». Sono queste le parole di Giorgio Assumma, Presidente SIAE. Il riferimento è ovviamente all’approvazione in Francia della nuova normativa antipirateria che prevede la disconnessione degli utenti scoperti in reiterazione di violazione di copyright. E, come era facile attendersi, le pressioni affinché anche lo stato italiano si allinei alla Dottrina Sarkozy non si sono fatte attendere.
Una lettera è stata inviata a Nicolas Sarkozy da parte di associazioni quali AFI, AIE, Anem, FEM, Fimi, Fpm, PMI, Unemia, Univideo e Sistema Cultura Italia. Per conoscenza leggeranno la missiva anche Silvio Berlusconi ed il ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi. Recita la lettera, così come riportata dall’avvocato Guido Scorza sul proprio blog:
«Illustre Presidente Sarkozy,
Le scriviamo in rappresentanza delle principali realtà associative del mondo musicale, artistico, librario, audiovisivo in merito alla recente approvazione della Legge “Création at Internet”, con la quale primo in Europa, il Suo Paese cerca di dare una riposta al dilagante fenomeno della pirateria digitale. Esprimiamo il plauso delle organizzazioni italiane che rappresentano le industria dei contenuti perché siamo convinti che tale intervento risponda pienamente all’obiettivo di contrastare in radice l’assunto che tutto in rete deve essere solo gratis e liberamente accessibile […].
Riteniamo che lo sforzo fatto dal Suo Governo sia ancora più lodevole e apprezzabile perché si è mantenuta la centralità del diritto d’autore anche per l’ambito telematico, e non si è caduti nell’abbaglio, come avvenuto di recente al Parlamento europeo con il voto sul “Telecom Package”, di un difesa ideologica di presunte libertà digitali. […] Non si tratta quindi di limitare la “condivisione della conoscenza” o di comprimere libertà altrui, ma di bloccare e dissuadere comportamenti che frenano la diffusione dei contenuti digitali.
L’auspicio è che questo provvedimento possa aprire la strada in Europa ad una politica che metta al centro i contenuti creativi contrastando la diffusione illecita di opere dell’ingegno che sta mettendo in ginocchio l’intera filiera della produzione. Ci auguriamo che anche il nostro Paese, con il Comitato contro la Pirateria Multimediale e altre iniziative normative dia seguito urgentemente all’attivazione di politiche pubbliche volte a tutelare il patrimonio artistico e culturale dell’Italia […].
RingraziandoLa dell’attenzione, Signor Presidente, voglia gradire i sensi della nostra più alta considerazione».
La HADOPI è diventata legge in Francia ed entro 12 mesi circa dovrebbe portare alle prime disconnessioni. Nel frattempo la legge stessa dovrà dimostrare la propria aderenza ai principi della Costituzione Francese e dovrà altresì passare l’esame dell’UE. Fuori dai confini francesi, invece, le tentazioni verso una nuova HADOPI sono destinate a figliare. L’Italia è in pole position: la politica nostrana non attendeva occasione migliore. Il dibattito, insomma, lungi dal sopirsi è destinato a veder presto alzati i toni sul tema.