«Il rispetto del Diritto d’Autore e del lavoro altrui non è censura»: la FAPAV risponde così alle contestazioni che nei giorni scorsi hanno preso piede contro la proposta AGCOM relativa alle nuove metodologie di tutela del copyright. L’attacco è diretto all’iniziativa “Sito non raggiungibile” organizzata congiuntamente da Adiconsum, Altroconsumo, Assoprovider, Studio Legale Sarzana, Assonet ed Agorà Digitale, i quali considerano inaccettabile la proposta avanzata da AGCOM per il settore e contestano il rischio per cui, agendo nel nome della difesa del diritto d’autore, il tutto possa tramutarsi in una malcelata censura strumentale.
La FAPAV non intende accettare questo tipo di approccio al problema e contrattacca: «Riteniamo opportuno esordire precisando che la pirateria rappresenta a tutt’oggi il principale ostacolo allo sviluppo del mercato digitale dei contenuti, al rilancio dei nostri comparti ed un freno all’innovazione e alla creatività nel nostro Paese. I numeri parlano chiaro: centinaia di milioni di euro persi per le violazioni del Diritto d’Autore e tutte le statistiche recenti confermano come il tasso di pirateria registrato in Italia abbia superato i livelli di guardia ed abbia raggiunto i massimi livelli del traffico illecito mondiale». E se il messaggio non fosse chiaro, la stilettata diventa in seguito diretta: «Nel merito, in primo luogo spiace rilevare la strumentalizzazione dei promotori della petizione che scambiano il significato di “censura” con quello di rispetto del diritto. Libertà di accesso non significa libertà di acquisire contenuti abusivamente».
La FAPAV contesta inoltre la metafora con cui la controparte confronta Internet ad una grande biblioteca nella quale, contestano le associazioni, l’AGCOM potrebbe far sparire particolari contenuti agendo con piena arbitrarietà. La contrapposizione tra le parti assume la solita forma, posizionando i due poli su posizioni che più divergenti non si può: «Libertà e accesso non condizionato non vuol dire “tutto gratis” (film, musica, videogiochi, libri ecc), a scapito dei diritti altrui: le condotte illegali vanno impedite alla nascita e i comportamenti illeciti devono essere disincentivati, attraverso la prevenzione ed il controllo. Le reti di comunicazione elettronica sono una grande opportunità di scambio, prossimità, confronto e anche di business, a condizione che ci sia un quadro di regole certe e condivise».
Il comunicato della Federazione Antipirateria Audiovisiva spiega che l’affiancamento tra interventi amministrativi e procedure legali è qualcosa già in essere, già lecitamente previsto dalla giurisprudenza e soprattutto qualcosa che già ha dimostrato la propria efficacia:
A livello tecnico: il sistema ipotizzato dall’Autorità circa i sistemi di prevenzione e contrasto alle violazioni online del diritto d’autore è articolato in maniera efficace, bilanciato e appare proporzionato agli interessi che si vuole garantire. Le opzioni di risposta in termini di prevenzione sono essenzialmente due, integrandosi reciprocamente:
- Modello Notice and Take Down (Preavviso e Rimozione) con sanzione all’operatore inadempiente, previo rapido contraddittorio tra le parti;
- Inibizione IP/DNS per i siti-pirata con server localizzati al di fuori dei confini nazionali;
Si tratta di risposte, che non riguardano l’utente finale, poco invasive, semplici e con alta valenza dissuasiva del comportamento illecito presso il violatore. Non si disconnette l’utente bensì si viene messi nelle condizioni di non violare la legge, bloccando alla fonte l’immissione abusiva di contenuti pirata. Una formula elementare quanto efficace, come dimostra il caso di Pirate Bay: una riduzione dell’80% di accessi al sito in poche settimane.
La FAPAV vede insomma nelle parole della controparte una iniziativa totalmente strumentale e scarsamente utile ai fini di uno scambio aperto. Occorre ricordare in questo contesto quali siano i nomi che si celano dietro tale sigla: l’associazione è infatti il punto di convergenza delle precedenti AGIS, ANICA, MPA ed UNIVIDEO, e vede tra i propri associati nomi del calibro di Mediaset, Rai e Sky.
L’AGCOM è pertanto ora tra due fuochi, ma si è proposto autonomamente in difesa dei produttori per anticipare l’opera dell’autorità giudiziaria nell’interruzione di eventuali illeciti verificati online.