Nasce l’edonometro, una specie di termometro della felicità messo a punto da un matematico e un informatico dell’Università del Vermont, Peter Doods e Chris Danforth.
I due sostengono di essere in grado di rilevare in tempo reale lo stato d’animo della popolazione americana grazie ad un rilevatore automatico di espressioni presenti nei blog, come “mi sento…”, “i miei sentimenti sono di…”, e simili. A ogni espressione linguistica è assegnato un punteggio, e in base alla classifica formata sommando i punti si ottiene il grado di “felicità”.
Sul sito “We feel fine” sono stati sintetizzati e censiti gli incipit dei post pubblicati in circa 2,3 milioni di diari online.
Qualche risultato? Il giorno dell’elezione di Obama è stato uno dei più felici, ricco di espressioni come “I’m happy”, “I feel great”; la morte di Michael Jackson parrebbe invece una sciagura planetaria.
Non è chiara, peraltro, la reale validità scientifica di questo metodo. Come fare, tanto per dirne una, a valutare certe espressioni inserite in contesti ironici? Ovvero, quando ci si proclama felici di una cosa lasciando capire che in realtà non è affatto così, o tristi quando invece ci scappa da ridere?
Interessante invece la “curva della felicità” che trasparirebbe dall’indagine. La felicità scarseggerebbe da adolescenti per poi crescere, stabilizzarsi e quindi ridiscendere con l’aumentare dell’età e il diminuire delle illusioni.