La Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) ha comunicato il buon esito di una nuova operazione di ostruzionismo nei confronti della pirateria. L’iniziativa è volta a minare alla base la struttura pirata che si forma sul Web, agendo su link e server che abilitano l’utente finale al download dei contenuti cercati.
Spiega la FIMI: «Grande offensiva contro le nuove forme di sharing illegale online. Grazie all’azione di FPM, Federazione contro la pirateria musicale, sono stati rimossi nelle ultime settimane oltre 30 mila link a file musicali non autorizzati disponibili in rete e riguardanti prevelentemente repertorio italiano. In particolare, oltre 20 mila torrent reperibili sul noto sito tracker Mininova, sono stati eliminati sulla base di segnalazioni giunte dall’antipirateria italiana e altri 10 mila link sono stati rimossi da alcuni fra i principali cyberlocker (servizi di archiviazione remota) fra i quali Rapidshare e Megaupload. Da una prima analisi, i 30 mila link eliminati avevano già generato oltre 10 milioni di download dal momento della loro messa a disposizione online».
Se l’azione della FIMI non potrà avere particolari risultanze nel medio periodo, trattasi comunque di una manovra utile per scoraggiare le vie della pirateria rendendole meno appetibili e favorendo al contrario le vie legali della distribuzione. Per questo motivo la Federazione intende proseguire con l’attività intrapresa: «L’attività di rimozione proseguirà su base giornaliera al fine di ridurre ai minimi termini la presenza di brani italiani sui siti di hosting remoto. Sempre nell’area del file sharing, grazie alle segnalazioni di FPM, 12 hub e server italiani dei protocolli Direct Connect ed Emule sono stati messi offline. Tali server consentivano ad una comunità di alcune decine di migliaia di utenti la condivisione illegale di brani musicali non autorizzati. Contemporaneamente sono stati cancellati centinaia di video musicali non autorizzati immessi su YouTube e sono state rimosse tracce musicali illegali e falsi profili caricati su Myspace e Facebook».
In un precedente comunicato la FIMI aveva ricordato quale sia il profilo penale a cui va incontro chi scarica o condivide musica dal Web: «Chi scarica semplicemente rischia una sanzione amministrativa, quella prevista dall’art. 174-ter l. 633/41. Per colui che invece mette in condivisione opere protette, occorre distinguere tra chi lo fa a fini di lucro e chi lo fa per profitto. Nel primo caso si ricade nelle ipotesi dell’art. 171-ter comma 2, lett. a-bis) l.633/41, con sanzioni molto pesanti. Chi condivide senza una contropartita economica, rimane soggetto ad una sanzione penale che è quella dell’art. 171, comma 1, lett. a-bis). Fino ad oggi sono state oltre 500 le persone coinvolte in Italia per pirateria sul p2p a seguito di indagini della magistratura».