Una strategia comune per sviluppare il mercato dei contenuti come soluzione unica percorribile per continuare a crescere: è questa la proposta avanzati dalla FIMI al mondo dei provider, contro i quali non si vuole più agire in un’area di scontro, ma con i quali è necessario invece aprire fondamentali finestre di cooperazione.
Intervenendo in occasione dell’incontro “Internet Chiama Italia” organizzato dall’AIIP, il Presidente della FIMI Enzo Mazza ha spiegato come le opportunità espresse dal digitale possano potenzialmente offrire vantaggi all’intera filiera, ma tutto ciò soltanto a patto che si riesca a marginalizzare con efficacia l’impatto delle piattaforme abusive gestite perlopiù all’estero. Nel proprio intervento Enzo Mazza ha inoltre fatto riferimento alla Commissione Europea ed al rapporto con le proposte dell’AGCOM, auspicando interventi solleciti sul tema affinché non si accumulino ulteriori ritardi sulla strada dell’approvazione del regolamento proposto anzitempo.
La posizione della FIMI è così espressa: «I nostri partner oggi, da Apple con Itunes, a Google, con YouTube, a Telecom, con CuboMusica, sono la migliore risposta alla pirateria e i numeri lo dimostrano, ma allo stesso tempo vanno messe nell’angolo quelle imprese che ritengono di operare nell’illegalità». Non basta costruire, insomma, ma occorre anche mettere all’angolo quanti operano in modo subdolo sul mercato assorbendo risorse sottratte così direttamente al mondo della distribuzione legale: «Dobbiamo prendere spunto da quanto per esempio sta avvenendo in USA, dove ISP e imprese discografiche stanno lavorando insieme per una campagna basata su una risposta graduata che contrasti l’illegalità e dobbiamo anche leggere nelle parole del Segretario di Stato Hilary Clinton come non siano inconciliabili le esigenze di tutela delle proprietà intellettuale in rete con le garanzie di libertà dei cittadini, un’indicazione a procedere senza pregiudizi ideologici».
Mettere l’industria della distribuzione e quella dei provider sullo stesso fronte significherebbe cambiare i rapporti di forza sul campo e riuscire ad agire con maggiore incisività. Il fronte dei provider è però in tal senso compatto: gli ISP hanno più volte ribadito di non accettare il ruolo di sceriffi della Rete. L’apertura al dialogo con la FIMI è tuttavia una esplicita disponibilità all’incontro: c’è margine di trattativa ed a quel punto gli interessi comuni potrebbero realmente diventare l’arma in grado di fermare alla base il proliferare della distribuzione pirata.