C’è una misura, nella bozza della nuova Legge Finanziaria per il 2008, che il mondo dell’ICT non può non notare: la Finanziaria prevede, per legge, che le pubbliche amministrazioni si affidino al VoIP come strumento per la telefonia. Il tutto non con scadenza a lungo termine, ma a decorrere dal prossimo 1 gennaio. Tale misura si inserisce all’interno di una Finanziaria plasmata sul principio del taglio dei costi per poter reinvestire il ‘tesoretto’ risultante in stimoli nuovi per l’industria e per l’abulico sistema economico nazionale.
Trattasi di un passo obbligato che, però, necessitava di essere formalizzato per dare il via ad una piccola grande rivoluzione del mondo della PA. Il Corriere della Sera cita specificatamente il passo del documento di programmazione: «le pubbliche amministrazioni centrali sono tenute ad utilizzare i servizi “Voce tramite protocollo internet” (Voip) previsti dal sistema pubblico di connettività o da analoghe convenzioni stipulate a livello territoriale». Il documento esplicita anche il risparmio previsto per i prossimi anni: «complessivamente una riduzione di 25 milioni di euro per l’anno 2008, 140 milioni di euro per l’anno 2009 e 286 milioni di euro a decorrere dal 2010». Interessante una ulteriore precisazione riportata dal Sole 24 Ore: «il mancato adeguamento comporta un taglio del 30% delle risorse per la telefonia nell’anno successivo», il che costringe le pubbliche amministrazioni a mobilitarsi risolutamente onde evitare problemi maggiori 12 mesi più tardi.
In questo contesto è quantomeno obbligata l’osservazione che porta avanti l’associazione Anti Digital Divide: «traendo spunto dalle notizie legate alla Finanziaria, riguardanti l’utilizzo di Internet e del sistema VoIP nelle PA, ricordiamo che ad oggi molti comuni sono ancora Digitalmente Divisi, quindi impossibilitati ad utilizzare detti sistemi […] Ci ricorda molto un’iniziativa del passato in cui sono stati sovvenzionati alcuni sottoscrittori di linee a banda larga, senza calcolare però che molti cittadini erano “tecnicamente” tagliati fuori […] Attendiamo fiduciosi di sapere in dettaglio questa proposta, ma già da adesso invitiamo l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni a monitorare attentamente la questione. Questo potrebbe anche essere la leva per discutere finalmente delle regole e dei costi per il servizio universale, facendo notare come la necessità di banda larga, come anche l’impossibilità d’accesso, sia ampiamente diffusa».