Capitolo chiuso: per il 2009 il Governo non metterà mano al bilancio per finanziare la Banda Larga. Se ne riparlerà ad inizio 2010. A chiudere definitivamente la questione è il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, peraltro uno dei più convinti sostenitori a parole di un intervento in materia (aveva speso anche precise promesse in merito, promesse ora andate definitivamente in fumo).
La chiusura delle porte è avvenuta in occasione di un intervento a margine delle “Giornate Marconiane”, indette in celebrazione dei 100 anni dal Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi. Spiega Scajola ai microfoni di Teleborsa: «Lo stanziamento per la banda larga non è previsto in Finanziaria, ma lo definiremo all’inizio del prossimo anno […] Faremo un percorso graduale, per non accantonare risorse che adesso non possiamo destinare […] Dobbiamo impegnarci per stanziamenti pubblici che per la banda larga, perchè crediamo che il mercato continuerà a costruire reti efficienti, ma solo dove l’investimento è remunerativo. Dove non lo è deve essere aiutato dall’intervento pubblico». Secca e stizzita la replica di Michele Meta, capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni: «Si tratta di un’inspiegabile retromarcia e di uno schiaffo al Parlamento che il primo dicembre ha approvato una risoluzione […] con la quale si chiedeva al Governo di sbloccare nella prima seduta utile del Cipe i fondi congelati per lo sviluppo della banda larga. Con l’annuncio di oggi si contraddice, di fatto, la volontà delle forze politiche di creare le condizioni per favorire lo sviluppo delle reti di nuova generazione».
L’intervento richiesto al Governo prima e al CIPE poi continua a vivere di rinvii e scaricabarile. La Banda Larga è ad oggi al di fuori delle priorità di intervento del Governo, surclassata dalla crisi economica e dal necessario sostegno agli ammortizzatori sociali. Anche nell’ultima Legge Finanziaria non sono previsti specifiche somme ed i fatidici 800 milioni (poca cosa rispetto ai miliardi necessari per un intervento radicale) continuano a latitare.
I riflussi negativi sul nostro paese, nel frattempo, si aggravano. La situazione è grave da tempo, il digital divide incombe, le conseguenze negative sul PIL sono note ed un’ultima fotografia proveniente da Eurostat non fa che peggiorare il quadro di una situazione già tristemente nota: «Cresce forte la banda larga in Europa, cresce sia la richiesta di nuovi accessi, sia la percentuale della popolazione che naviga e sfrutta i servizi di ultima generazione. Male invece tra i Paesi Europei uno Stato che si chiama Italia. […] In Europa in media il 59% delle famiglie possiede un collegamento Internet a banda larga, un livello molto alto, in forte crescita rispetto agli anni passati, mentre in Italia solo il 39% delle famiglie possiede una connessione veloce in casa. […] In Italia la penetrazione dell’Internet (tutte le forme di connessione) arriva solo al 53% contro una media Europea del 65%».