Il nuovo iPad è stato a lungo criticato per il suo supporto esclusivo alle reti LTE statunitensi e canadesi, che ha di fatto inibito lo sfruttamento dei network di ultima generazione nel resto del mondo. La scelta, nonostante le polemiche pubblicitarie che ne sono conseguite, è stata però quasi obbligata per Cupertino: il mercato della connettività LTE sarebbe troppo frammentato e rendersi compatibili con i numerosi range di frequenza mondiali un’impresa ardua. Si tratta di un problema che frenerà Apple nel lungo periodo?
Circa il 34% degli operatori mobile mondiali stanno pianificando un lancio dei propri servizi LTE entro la fine dell’anno, mentre all’incirca il 25% promette di farlo all’inizio del 2013. Un bacino sicuramente appetitoso per la vendita dei device iOS, se non fosse per l’esistenza di ben quattro spettri di frequenza, con precise disposizioni geografiche:
- Stati Uniti e Canada – 700MHz e 2,100MHz;
- Europa occidentale, Medio Oriente e Africa – 800MHz e 2,600MHz;
- Europa orientale – 800MHz, 1,800MHz, 2,300MHz e 2,600MHz;
- Asia – 1,800MHz e 2,100MHz.
Nonostante fra questi range vi siano spazi di sovrapposizione geografica, difficile che Apple possa provvedere a una tecnologia universale per consentire le connessioni 4G in qualsiasi parte del mondo. Non che lo sviluppo attuale delle comunicazioni mobile non lo permetta, ma semplicemente perché un sistema universale di questo tipo andrebbe irrimediabilmente ad aumentare i prezzi del device, ben oltre alla soglia massima di tolleranza dell’utente. La soluzione potrebbe essere quindi quella dell’adozione di device specifici per regione, ma così facendo Cupertino andrebbe a sconfessare il proposito di rendere gli iPhone dei World Phone e i tablet utilizzabili pressoché ovunque. La Mela, di conseguenza, si trova dinnanzi a un intrigato nodo da sciogliere e chissà che non ne trovi il pettine già al lancio del futuro iPhone 5.