Si aspettava soltanto l’ufficialità degli atti, ed è arrivata: la Federal Trade Commission (FTC) statunitense ha sporto denuncia nei confronti di Intel contestando presso l’antitrust le pratiche portate avanti dal produttore di chip per mettere fuori dai giochi l’unico vero concorrente sul mercato: AMD. La denuncia USA fa pertanto seguito a quelle già portate a conclusione in Corea e nell’Unione Europea, ove è stata peraltro comminata una multa da record per la quale il gruppo ha immediatamente comunicato di voler presentare ricorso.
Spiega la comunicazione FTC: «La Federal Trade Commission oggi cita in giudizio Intel Corp., primo produttore al mondo di chip per computer, contestando il fatto che la società ha illegalmente utilizzato un decennio di posizione dominante sul mercato per soffocare la concorrenza e rafforzare il proprio monopolio. Nella denuncia, la FTC sostiene che Intel abbia condotto una sistematica campagna volta ad ostacolare microchip concorrenti, tagliando il loro accesso al mercato». La parte denunciante non manifesta dubbi: Intel ha sfruttato la propria posizione portando avanti pratiche di contrattazione atte a limitare le possibilità di mercato della concorrenza, perpetrando così nel tempo la quota di mercato controllata a dispetto del reale valore competitivo del gruppo.
Il documento tira in ballo gruppi quali Hewlett-Packard, IBM e Dell, tutti nomi coinvolti nello schema con cui Intel incoraggiava all’uso di una fornitura esclusiva impedendo alle aziende di trovare possibile beneficio dalle offerte AMD. Lo schema sarebbe però contrario alle norme, poiché attuato al fine esclusivo di porre un ostacolo sul percorso della concorrenza. E non solo: «Intel ha segretamente ridisegnato software chiave, conosciuti come compiler, in modo da rallentare le performance delle CPU rivali».
La denuncia giunge a un mese di distanza dalla pace firmata tra le parti, accordo quantificato 1.25 miliardi di dollari e tale da far cadere ogni singola vertenza tra i due gruppi. L’accordo non può però porre fine alle vertenze avviate per via istituzionale, pertanto l’accordo non avrà riflusso alcuno né sulla denuncia dell’UE, né su quella odierna della Federal Trade Commission.