Una tassa sui contenuti indicizzati. In Germania è passata, dopo tre anni di dibattito infuocato, una legge che d’ora in avanti costringerà Google a pagare la proprietà intellettuale agli organi di informazione visualizzati nella sezione Notizie del motore di ricerca. Com’è ovvio, la legge ha raccolto il plauso degli editori e la forte critica dell’azienda californiana, ma anche della sinistra tedesca e dell’influente partito dei pirati, i quali promettono battaglia.
La questione è nota, e pareva essere destinata a restare nei meandri delle leggi-spauracchio di cui sono piene le intenzioni dei parlamenti europei e del congresso americano. Il concetto che sorregge la normativa è elementare: Google News indicizza informazioni contenute in altri portali di informazione (nella sostanza, le microinformazioni dei titoli e delle prime righe), ne ricava pubblicità, ma non riconosce ai veri detentori di questi contenuti il valore di queste informazioni. D’altro canto, nessun paese ha mai legiferato in questo senso, perché alle proteste degli editori si è sempre replicato sottolineando che sarebbe come chiudere un’edicola perché pubblicizza i giornali. L’elemento di “vetrina” di Google News ha, di per sé, un valore economico che invece gli editori non riconoscono a Mountain View.
Il governo tedesco, che a questo punto si candida ad essere la bestia nera di Google (basti pensare al rapporto sempre difficile coi servizi di mappatura), è riuscito ad approvare il discusso disegno di legge, facendo presente che la legge prevede la tassazione solo sui siti informazione a scopi commerciali, con l’esclusione di blogger e associazioni non-profit. Kay Oberbeck, il portavoce a Berlino di Big G, ha subito postato sul suo profilo in Google Plus un commento negativo, con toni che mai si erano sentiti:
Questo è un giorno nero per Internet in Germania. Con questo progetto di legge la ricerca sulla Rete sarebbe enormemente danneggiata. Questo intervento è senza precedenti. Ciò significa minor numero di informazioni, costi più alti e forte incertezza giuridica. La comunità Internet tedesca, i politici di tutti i partiti al governo o all’opposizione, l’economia tedesca, la comunità scientifica, devono rifiutarla all’unisono. Ci auguriamo che il parlamento tedesco riesca a fermare questo disegno di legge.
Opposte le reazioni degli editori tedeschi, ovviamente, che invece ritengono giusto questo disegno di legge, primo in europa a costringere un motore di ricerca a riconoscere il debito di chi indicizza nei confronti di chi è indicizzato. Ma è davvero così? Molti internauti tedeschi stanno già facendo esplodere la polemica sui social network, la forma di protesta più in auge, proposta a Google, è quella del classico boicottaggio: espellere dal portale i detentori di copyright che hanno fatto lobbying su questa legge.