La Guardia di Finanza abbatte il Colombo

Il Giudice per le indagini preliminari di Bergamo ha inibito l'accesso al portale colombo-bt.org sotto richiesta della Guardia di Finanza. Il sito web era utilizzato per lo scambio di materiale protetto da copyright sulle reti di file sharing BitTorrent
La Guardia di Finanza abbatte il Colombo
Il Giudice per le indagini preliminari di Bergamo ha inibito l'accesso al portale colombo-bt.org sotto richiesta della Guardia di Finanza. Il sito web era utilizzato per lo scambio di materiale protetto da copyright sulle reti di file sharing BitTorrent

Dopo numerose indagini su buona parte del territorio nazionale, e una stretta collaborazione con la Federazione contro la Pirateria Musicale, la Guardia di Finanza di Bergamo ha portato alla luce le attività di file sharing illegali condotte dal portale colombo-bt.org. Ravvisate le attività lesive del diritto d’autore, il Giudice per le indagini preliminari di Bergamo ha disposto l’oscuramento del sito, rendendo il portale inaccessibile agli utenti tramite una richiesta di inibizione inviata a tutti gli ISP attivi in Italia.

Il sito web in questione consentiva agli utenti di rintracciare e scaricare file multimediali protetti dal diritto d’autore su alcune reti per il file sharing attraverso BitTorrent. Stando alle prime informazioni fornite dalla Guardia di Finanza, il server che ospitava colombo-bt.org era anche uno dei nodi principali attraverso i quali venivano diffusi i materiali coperti da copyright. Un motore di ricerca interno consentiva di identificare i file audio e video desiderati, con i link necessari per avviare i singoli download. Il database era suddiviso per aree tematiche e comprendeva sezioni dedicate alla musica, ai film, alle principali fiction e serie TV, ai software e un’ampia scelta di videogiochi piratati.

Per rendere più difficoltosi i controlli da parte dei potenziali inquirenti, i server del portale erano allocati fisicamente nella Repubblica Ceca, con un redirect verso la Svezia per mascherarne l’ubicazione. Stando alla Guardia di Finanza, il sito web riusciva a raccogliere mensilmente un traffico intorno alle 800.000 visite unitarie, permettendo agli utenti il download illegale di milioni di file protetti dal diritto d’autore. Circa l’80% del traffico registrato era proveniente dall’Italia, a testimonianza dell’ampio successo riscontrato dal portale.

Con l’intento di mantenere l’anonimato e sfuggire ad eventuali indagini, gli amministratori del portale avevano fornito un nome di fantasia al momento della registrazione del dominio, sfruttando un documento fasullo fornito da un prestanome. Medesima strategia anche per un conto corrente postale ed alcune carte Poste Pay, utilizzate dai gestori per ottenere le donazioni per acquistare server maggiormente performanti. Dopo numerose indagini, la Guardia di Finanza è comunque riuscita a risalire alla reale identità del prestanome, ottenendo così nuove utili informazioni per individuare i due amministratori del sito.

Nei computer sequestrati agli indagati, gli inquirenti hanno reperito materiale sufficiente per provare l’attività illecita dei due e del prestanome, prontamente denunciati alle autorità giudiziarie. L’attenzione degli inquirenti sarà ora orientata verso gli altri utenti del portale che hanno contribuito alla gestione di colombo-bt.org. Grazie al sequestro dell’hardware, le Fiamme gialle contano di identificare le eventuali responsabilità di chi ha contribuito a diffondere materiale protetto da diritto d’autore online.

Intanto, la Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) ha accolto con soddisfazione l’operazione da poco portata a termine dalle forze dell’ordine e dai magistrati di Bergamo. «In poche settimane, un altro fondamentale snodo per la distribuzione di contenuti illeciti, non solo in Italia, è stato fermato, segno che le forze dell’ordine e la magistratura hanno dato il via ad un significativo giro di vite contro il p2p illecito. La complessità e l’organizzazione del sito hanno confermato il salto di qualità delle attività illegali dietro il p2p, sempre più simili a ramificate organizzazioni criminali che ad un passatempo di qualche ragazzino, con la necessità di un contrasto più incisivo e sanzioni più efficaci» ha dichiarato Enzo Mazza, presidente di FIMI.

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