La Guardia di Finanza ha assestato un colpo decisivo ad una organizzazione che aveva ideato una forma del tutto particolare di gioco d’azzardo formulando una soluzione a metà tra il casinò tradizionale e quello online. Il risultato è stato quello di una sorta di circolo privato che, tramite centinaia di postazioni multimediali sul territorio, offriva un’esperienza di gioco univoca e al di fuori del sistema legalizzato nazionale.
L’operazione ha portato a 76 denunce (8 produttori delle macchinette e 68 eserventi di Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Toscana, Abruzzo, Campania, Calabria e Sicilia). Il sequestro è stato quindi esteso a 252 chioschi da gioco e 2800 smart card utili per le puntate. L’operazione è stata portata avanti dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine.
La società risultava essere la classica società fantasma a cavallo tra Estonia (ove era residente il server del sistema “Euronetcard”), Costarica e Caraibi. Gli utenti potevano giocare “online” a poker, black jack, roulette e slot machine. Il sito è ora fermo e sulla homepage compare il canonico messaggio standard dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) in cui si segnala che « il sito richiesto non è raggiungibile poichè sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per operare la raccolta di giochi in Italia».
Secondo Il Quotidiano «l’attività del gioco d’azzardo online permetteva puntate massime pari all’importo memorizzato nel microchip, con contestuale addebito/accredito degli esiti delle giocate. Gli eventuali vincitori poi, mediante un semplice inserimento delle tessere nei lettori, potevano farsi corrispondere, direttamente presso i titolari degli esercizi, in contanti, il controvalore delle vincite. […] oltre alla interposizione della una società off-shore con funzione di facciata, gli indagati, al fine di eludere l’attività ispettiva, allestivano e promuovevano questi apparati – concepiti e adattati per il gioco d’azzardo – come semplici sistemi informatici ufficialmente destinati alla “mera” navigazione nella rete Internet».