Microsoft e la Hon Hai hanno stretto un accordo di grandissimo significato economico, legale e simbolico. Il primo, infatti, è il gruppo che sta cercando di stringere la morsa attorno a Google sfruttando il peso dei propri brevetti; il secondo è un gruppo di caratura internazionale che controlla la Foxconn, azienda presso cui vengono installati moltissimi dispositivi elettronici, anche di casa Google. L’accordo verte su Android, il sistema operativo mobile di Mountain View, e su Chrome OS, la relativa proiezione desktop.
Per il team legale Microsoft trattasi dell’ennesimo accordo di questo tipo nel giro di pochi anni, formalizzato all’interno di una strategia legale estremamente precisa e determinata, andando così a tratteggiare l’ennesimo paradosso attorno al robottino verde: anche la Foxconn, così come molti altri gruppi già firmatari di singoli accordi di medesimo stampo, dovrà pagare a Microsoft una licenza sui brevetti per i quali Android andrebbe in violazione di proprietà intellettuali della casa di Redmond. Le puntate precedenti hanno già visto accordarsi con Microsoft gruppi quali Samsung, HTC, Acer, LG, Amazon, Barnes & Noble, TomTom, Pegatron, Compal, Quanta, General Dynamics Itronix, Velocity, Wistron e Nikon: ognuno di essi ha formalmente riconosciuto le violazioni indicate da Microsoft ed ha pertanto preferito evitare di sfidare il gruppo in tribunale. Riconoscendo così di fatto le violazioni di brevetto in capo ad Android e Chrome OS.
Gli estremi dell’accordo anche in questo caso non sono di pubblico dominio: è noto soltanto il fatto che la Hon Hai verserà una cifra non meglio specificata a Microsoft per sanare la propria posizione e poter continuare a produrre dispositivi Android e Chrome OS. La cosa determina vari ordini di conseguenze: primo, Microsoft aumenta una volta di più il lucro che è in grado di maturare con i propri brevetti grazie alle vendite del sistema operativo rivale; secondo, Microsoft è in grado di dimostrare ai vendor come Android non sia in realtà un sistema operativo gratuito, ma che abbia invece precisi costi di accesso legati alle violazioni ed alle licenze sui brevetti; terzo, Microsoft è in grado di gestire le varie trattative con il coltello dalla parte del manico, ricavandone eventualmente scambi di brevetti (con la Hon Hai, seppure la cosa non sia precisata, potrebbe esserci in ballo medesimo accordo, facilitando così gli sforzi produttivi Microsoft legati alla propria nascente produzione Surface).
Un accordo, insomma, che completa un quadro che va delineandosi una volta di più. La quasi totalità dei produttori Android ha ormai firmato il proprio accordo con Microsoft senza che Google non sia ancora mai stata tirata direttamente in ballo. Il che, per Redmond, si tratta di una chiara vittoria di strategia.