Venire a sapere da Internet che è mancata un’icona della tv: è questa la legge del contrappasso.
Almeno tre generazioni sono cresciute con Mike Bongiorno. Una generazione quasi non c’è più, ma probabilmente saprà della cosa al Tg serale. Una generazione lo ricorda benissimo, e ne ha sentito parlare poco fa per la strada prima di arrivare a casa stasera e vedere in tv il tutto. La terza generazione è la prima ad aver saputo. Il messaggio è arrivato immediato da Facebook, da FriendFeed, da Twitter. Nostalgia e sarcasmo, battute e ricordi, tutto mischiato in una commemorazione collettiva che si consuma in pochissimi minuti. Solo in seguito la notizia è arrivata sui vari giornali online, ove i “coccodrilli” hanno presto preso forma. Questa terza generazione ha potuto gustarsi rapidamente qualche vecchio filmato in bianco e nero grazie alle teche RAI, ha trovato su YouTube le scene più clamorose dei vecchi “TeleMike“, ha proposto la propria visione parziale su blog e socialcosi vari. Una attività frenetica, rapida, massiva.
La legge del contrappasso è in certi scherzi del destino: nascere con un mezzo e morire mentre lo si vede mutare inesorabilmente. Saranno in molti a dire che la tv, una certa tv, muore assieme a Mike. Forse non è propriamente vero, ma è sicuramente significativo e la cosa potrà essere un giorno assunta come verità storica.
La legge del contrappasso sostituisce le cose vecchie con quelle nuove. Ognuna con le sue icone, ognuna con le sue caratteristiche. Un’icona se ne è andata, e tre generazioni ne stanno componendo il loro ricordo. Ognuna a modo suo. Ed in queste diverse modalità c’è lo spaccato mediatico di un paese intero.