Il computer da 100 dollari ideato da Negroponte sta affrontando un momento importante in quanto ha raccolto un primo ordine da 1 milione di pezzi e nel contempo deve subire e contrastare una pesante critica proveniente direttamente dal mondo open source.
La Libia ha rotto gli indugi: dopo tanto discutere e mentre il prezzo del laptop lievitava dalle promesse iniziali fino a raggiungere i 140 dollari attuali, Gheddafi ha firmato un contratto del valore di 250 milioni di dollari e si è assicurato un milione e duecentomila esemplari del noto OLPC. L’ordine rompe il ghiaccio e potrebbe fare da apristrada ad altri accordi: il notebook di Negroponte è infatti nel mirino di molti altri paesi quali Argentina, Brasile e Nigeria. In Libia il progetto One Laptop per Child dovrebbe prevedere anche server, tecnici ed infrastrutture in un progetto di ampie vedute che il paese libico conta di veder completato entro la metà del 2008.
Le cattive notizie arrivano in qualche modo dall’interno, ovvero da quella comunità open source di cui l’OLPC dovrebbe essere un piccolo vanto anche in ottica concorrenziale. A scagliarsi contro Negroponte è Theo de Raadt, fondatore di OpenBSD, il quale in una lettera aperta spiega e dettaglia le proprie accuse vedendo nel progetto un qualcosa che va esplicitamente contro gli interessi della comunità open.