La Libia alla fine ha spento internet come l’Egitto. Abbiamo purtroppo capito molto bene, che in caso di disordini interni, in questi Paesi a regime dittatoriale, la prima cosa che si fa è quella di sigillare le comunicazioni esterne ed interne, in modo che le notizie non si diffondano. La cosa che però sconvolge di più, è la facilità con cui un governo possa bloccare le comunicazioni. Vero, ci sono le forti pressioni politiche, ma l’impressione è che questo processo avvenga troppo facilmente e rapidamente.
Lo stop alla comunicazioni è avvenuto tra venerdì e sabato, compresa la cacciata della redazione di Al Jazeera dal Paese. Dunque il governo Libico ha cercato di chiudere ogni via di comunicazione per impedire che il mondo vedesse le atrocità degli scontri, ma questo fatto, oltre a generare una forte polemica politica, non ha certamente frenato la gente, che come nel caso degli scontri in Egitto, ha trovato forme alternative di comunicazione.
I vecchi sistemi, considerati obsoleti, anche in questo caso sono tornati protagonisti. E’ stato dunque un fiorire di comunicazioni internet tramite i vecchi modem 56K, che hanno sfruttato pop esteri messi a disposizione proprio per questa vicenda. Sono state inoltre utilizzate tecnologie wireless e gps. Insomma, ancora una volta la volontà di comunicare ha vinto contro le censure di un Governo.