Come molti anche io mi trovo alle volte a chiedermi che fine abbia fatto Amiga, società della quale ogni tanto si sente qualche tragica notizia e poi il buio per mesi e mesi.
Assurta negli anni allo status di marchio di culto, l’Amiga, come del resto il Commodore sono stati i pionieri della videoludica domestica, in lotta sia con il mercato delle console che con quello dei computer, non appartenenti nel primo mondo nè al secondo. Eppure, nonostante tutto, l’Amiga era di più, qualcosa di più complesso, versatile e libero.
Dopo la bancarotta di Commodore del 1994, il passaggio di proprietà e la grande batosta dello scoppio della bolla speculativa, la compagnia non ha avuto vita facile impelagata in beghe legali per la proprietà di OS4, l’ultima release del suo sistema operativo. Le sfortune che hanno colpito il marchio dal 1994 in poi sono state tali e tante che non solo non si è più ripreso, non riuscendo praticamente ad immettere più nulla sul mercato, ma sono anche nate le voci e le dicerie sulla cosiddetta maledizione dell’Amiga.
Ora nonostante la causa su OS4 rimanga in piedi ci sono buone notizie: sembra che sia quasi pronto OS5, sistema operativo che gli executive non hanno paura di definire “meglio di OS X“.
Certo ormai tutte queste promesse non fanno più impressione dato il fatto che la “maledizione Amiga” sembra ormai cosa acclarata, tanto che anche Bill McEwen, a capo dell’azienda dal 2000 ne è conscio: «spesso mi viene ricordata la maledizione dell’Amiga, e devo dire che in più di un caso ho pensato che fosse tutto vero».