L’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato è stata chiamata in ballo a titolo ufficiale per pronunciarsi a proposito del progetto La Mia Impresa Online, un progetto messo in piedi da una cordata composta da Google, Poste Italiane, Register.it e Seat Pagine Gialle. La denuncia proviene da Assoprovider, l’associazione che per prima si era mossa contro La Mia Impresa Online e che ora tenta di concretizzare presso l’antitrust le proprie accuse chiedendo che l’Authority si pronunci.
Secondo quanto comunicato, La Mia Impresa Online avrebbe raccolto «allarme e preoccupazione» sia in Italia che all’estero, ove esperimenti simili (denuncia Assoprovider) avrebbero portato ad esiti «devestanti» per il mercato. «Per queste e molte altre ragioni, Assoprovider, con il supporto e il lavoro dell’Avv. Michela Terribile (TMT-Legal), ha segnalato la presunta anticoncorrenzialità dell’operazione all’Autorità Antitrust giudicandola gravemente lesiva della libera concorrenza all’interno del mercato di riferimento di cui fanno parte numerosi players, quali web agencies, web designer, registrar ed anche internet service provider».
L’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato viene coinvolta anzitutto per contestare la tipologia dell’offerta: il potere di cui dispongono andrebbe a creare una forzatura che, facendo leva sul gratis, va a spiazzare il mercato pur non determinando un miglioramento qualitativo delle condizioni di offerta. Il progetto, quindi, limiterebbe pesantemente le opportunità di mercato delle piccole aziende che già operano nel settore dello sviluppo dei siti Web, portando fuori mercato un gran numero di attori.
Ma l’accusa va anche oltre, indicando su un secondo punto: sia Google che SEAT Pagine Gialle fanno leva su una posizione di assoluto predominio nei rispettivi mercati, il che dovrebbe consigliare maggior prudenza per le conseguenze che ogni loro investimento può comportare.
Assoprovider, nonostante tutto, è ben grata a Google per l’alto ed indiscusso grado di innovazione apportato come motore di ricerca e con i servizi di geolocalizzazione, d’altronde ha la convinzione che si debba prestare la massima attenzione nei confronti di un colosso come Google e che, in un mercato in un certo senso dipendente da quello in cui detiene una posizione dominante, dovrebbe essere evitata o quantomeno limitata la sua presenza onde evitare la distorsione della concorrenza e lo squilibrio delle dinamiche contrattuali in cui i concorrenti/clienti si troveranno inesorabilmente ad essere parti “deboli”(basti vedere i numerosi procedimenti avviati presso le Autorità Antitrust nazionali europee e la stessa Commissione europea).