La NASA, insieme al Vice Presidente di Google Vint Cerf, ha annunciato ufficialmente l’operatività di una rete web spaziale, attraverso la quale è stato possibile ricevere immagini da una sonda che si trova a 20 milioni di miglia dalla Terra.
Il nome della tecnica usata per costituire questa rete di computer “extraterrestre” è DTN, acronimo utilizzato per indicare la capacità del protocollo di gestire i delay creati dalle distanze tra la Terra, i satelliti e le varie sonde che vagano per lo spazio: il TCP/IP, protocollo utilizzato dall’internet terrestre, malgestisce i ritardi che ci sono nello spazio tra l’invio e la ricezione dei dati e pertanto non può essere utilizzato.
Questi delay, oltre che dalla distanza, possono essere causati anche dal passaggio della navetta che trasmette al di là di un pianeta, oppure nel bel mezzo di una tempesta magnetica; il protocollo DTN non cancella i pacchetti di dati ricevuti, seppur molto lentamente, e li unisce “pazientemente” a quelli successivi. Non si tratta quindi di una rete ad alta velocità, ma di un protocollo che si adatta benissimo alle esigenze dell’odierna ricerca spaziale. Sulla terra vi saranno tre punti d’ascolto e di interazione, posizionati uniformemente su tutta la circonferenza terrestre (Camberra, Madrid, Coldstone) così da avere sempre almeno un orecchio rivolto verso la direzione necessaria.
Attualmente il protocollo DTN è utilizzato per collegare i nodi del Deep Space Network, una rete che unisce le basi NASA terrestri ad una serie di sonde in orbita nello spazio, fino ai confini del sistema solare. Il prossimo traguardo dell’operazione verrà raggiunto la prossima estate, quando il protocollo DTN verrà installato dalla NASA sulle macchine della Stazione Spaziale Internazionale. Finora, la maggior parte delle comunicazioni Terra-Spazio sono avvenute con connessioni punto-punto, ma secondo gli esperti, in un prossimo futuro, il DTN sarà molto utile per rendere più efficienti questo tipo di comunicazioni.