Alcuni ricercatori dell’Università del Connecticut stanno lavorando a una sorta di “pelle artificiale”, un nuovo tipo di sensore racchiuso in un involucro di silicone che potrebbe aiutare le vittime di ustioni a ritrovare la sensibilità, a “sentire” di nuovo appunto attraverso la pelle. Questo sensore è in grado di imitare le proprietà sensoriali della pelle, capace quindi di rilevare la temperatura, le vibrazioni o la pressione.
Un meccanismo di allarme molto importante, di cui è dotata la pelle umana, che riesce a percepire il calore, la pressione, il freddo e molto altro. Questo lo si dà per scontato, ma in realtà le persone che hanno purtroppo perso la sensibilità dell’epidermide a causa di ustioni o amputazioni non sono in grado chiaramente di avere queste sensazioni. Spesso sono anche vittime di ferite involontarie, dato che non hanno questo meccanismo di difesa.
Il sensore è stato creato quindi dai chimici Islam Mosa e James Rusling, insieme a un’ingegnere dell’Università di Toronto, Abdelsalam Ahmed. In realtà la potenzialità di questa pelle artificiale potrebbero anche superare quanto descritto. I ricercatori infatti hanno giudicato positivamente la possibilità del sensore di poter far rilevare campi magnetici e onde sonore. Ciò che chiaramente la pelle umana non può fare, per questo si parla di “superpoteri”.
Il sensore è formato da un tubo di silicone avvolto in un filo di rame, poi riempito con un particolare fluido composto di piccolissime particelle di ossido di ferro, delle nanoparticelle. Queste si sfregano nel tubo creando corrente elettrica. Nel caso in cui questo tubo viene urtato da qualcosa che sta subendo pressione, il segnale elettrico cambia.
Il futuro della ricerca vede un maggiore appiattimento del tubo, questo per renderlo più simile alla pelle. Sarà poi testato anche per far percepire il caldo o il freddo.