La pirateria musicale non diminuisce, anzi

Aumentano più che mai le percentuali dei navigatori che scaricano abitualmente musica dai circuiti pirata. A dirlo è il report annuale Digital Music Survey. Contemporaneamente calano i tassi di crescita di chi la musica digitale la compra
La pirateria musicale non diminuisce, anzi
Aumentano più che mai le percentuali dei navigatori che scaricano abitualmente musica dai circuiti pirata. A dirlo è il report annuale Digital Music Survey. Contemporaneamente calano i tassi di crescita di chi la musica digitale la compra

La pirateria musicale, ben lungi dallo scemare, continua anzi a crescere. A dirlo sono i risultati dell’annuale report del Digital Music Survey, che mostrano come i rimedi che sono stati approntati dalle case discografiche hanno avuto poca o nessuna efficacia. Non sembra infatti che le cause legali, le chiusure, le denunce e le dichiarazioni limite abbiano intaccato la convinzione per cui scaricare musica sia un diritto.

In sintesi il risultato finale è che delle 1700 persone intervistate il 43% ha dichiarato di scaricare illegalmente musica dalla rete, un aumento di 7 punti percentuali dal 36% che lo dichiarava l’anno scorso. Significativo il fatto che solo il 33% abbia dichiarato che effettivamente il rischio di conseguenze legali per i loro atti di pirateria costituisca un deterrente al download, ben il 9% in meno rispetto all’anno scorso. E in prospettiva la percentuale di quanti hanno dichiarato di avere intenzione di scaricare di più nel prossimo anno è aumentata dall’8 al 18%. I dati in questione coincidono probabilmente non a caso con una diminuzione dei tassi di crescita di chi invece la musica la compra. Inoltre: ben il 37% non ha mai sentito parlare di DRM e solo il 12% sa esattamente di cosa si tratti.

Quel che è emerso nel complesso può però essere utile a chi la musica la vuole vendere, perchè ben l’84% degli intervistati ha dichiarato che sarebbe opportuno avere dei prezzi differenziati e in special modo le tracce più vecchie dovrebbero costare di meno. Inoltre il 48% si è detto disposto ad acquistare le tracce più nuove a prezzi leggermente superiori, mentre il 39% pagherebbe invece un po’ di più per avere tracce libere da DRM.

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