La start-up californiana a-la-Mobile ha presentato la prima suite di applicazioni per Android finora mai creata. I programmi includono tutto il necessario, dal browser al gestore della telecamera e passando per i giochi, per rendere uno smartphone completo ed utilizzabile.
La suite funziona, o meglio, funzionerà sull’ormai celebre sistema operativo mobile voluto da Google e supportato dalla Open Handset Alliance. Non essendo un rilascio ufficiale i software sono ancora in fase sperimentale ma, a detta della stessa a-la-Mobile, si tratta di un importante passo per dimostrare le potenzialità di Android e del suo approccio open, grazie al quale è stato possibile ottenere un risultato notevole in breve termine. Pauline Alker, CEO di a-la-Mobile, ha anche dichiarato che la natura aperta di Android significherà un maggiore grado di personalizzazione da parte dei produttori, e una riduzione dei costi dei dispositivi.
Non essendoci ancora un telefono ufficiale a-la-Mobile ha utilizzato un HTC Qtek 9090 su cui è stato installato Android, completato con uno stack di telefonia curato e preparato dalla stessa a-la-Mobile. L’azienda californiana intende presentare il prototipo direttamente presso i costruttori per promuovere la propria implementazione. Di certo l’evoluzione di quest’ulteriore passo sarà caldamente influenzato dal fatto che a-la-Mobile non fa parte della Open Handset Alliance.
Già da prima del progetto di Google, a-la-Mobile si occupava di sistemi Linux su dispositivi mobili ed embedded, e secondo alcuni analisti la piccola startup ha deciso di utilizzare il suo know how per accaparrarsi una fetta della torta offerta da Android. Una torta di cui i principali membri della OHA, tra cui operatori telefonici del calibro di T-Mobile e Sprint, non vedranno i proventi per parecchi mesi ancora. Infatti Andy Rubin, senior director del settore mobile di Google, ha ribadito che la coalizione presenterà i primi dispositivi solo nella seconda metà di quest’anno. Rubin ha anche annunciato che i sorgenti completi di Android verranno pubblicati al di fuori dell’OHA solo dopo che almeno un paio di telefoni ufficiali avranno visto la luce: Google intende infatti affinare il software con le prime esperienze sul campo prima di aprire completamente il codice del suo progetto. Prospettiva che non rispecchia molto le abitudini di altri progetti opensource che contano spesso proprio su aiuti esterni per trovare e risolvere eventuali problemi.
Resta certo che molte aziende aspetteranno impazientemente e passivamente che Android raggiunga la necessaria maturità per essere utilizzato. È questa l’opinione di Morgan Gillis, direttore esecutivo della LiMo Foundation (un gruppo di aziende che, prima ancora della OHA, ha iniziato la standardizzazione delle installazioni Linux sui dispositivi mobili). Gillis prevede che saranno poche le aziende a contribuire concretamente allo sviluppo e che molte altre si limiteranno ad attendere che Android diventi abbastanza stabile per la commercializzazione. E nonostante che prototipi come quello di a-la-Mobile siano interessanti, fino ad allora Android è destinato a restare un enorme esperimento di laboratorio.
A-la-Mobile è una società fondata nel giugno del 2005 da Pauline Alker e Frederick con l’intento di fornire implementazioni Linux per i dispositivi mobili wireless. A-la-Mobile è membro del Open Source Development Lab (il consorzio che finanzia lo sviluppo del kernel Linux) e del Linux Phone Standards Forum.