«Sotto il profilo infrastrutturale, dovremo assicurare lo sviluppo della banda larga su tutto il territorio nazionale, fino ai piccoli comuni, permettendo a questi ultimi di connettersi in rete e consentendo agli utenti dei rispetti vi territori di accedere comodamente all’e-government. Dovremo incentivare gli operatori privati a rendere disponibile su tutto il territorio nazionale servizi di connettività a banda larga e prevedere, eventualmente e in via sussidiaria, un intervento pubblico nelle aree disagiate, dove il mercato non riesce ad operare»: così prima delle elezioni recitava il programma di governop della fazione che, Cassazione permettendo, ha vinto la tornata elettorale. A distanza di pochi giorni (e molte straschichi) dalla maratona del weekend a seggi aperti la Margherita si è seduta al tavolo delle contrattazioni ed ha rilanciato il programma portato avanti nelle settimane precedenti: banda larga per tutti, non si transige.
Un apposito comunicato è stato reso noto per respingere al mittente le teorie provenienti dall’UE secondo cui l’imposizione della banda larga come servizio universale è un inutile provvedimento in quanto la mano invisibile del mercato dovrebbe provvedere con minori distorsioni a sospingere domanda ed offerta in quella direzione. L’UE ignora però il fatto che nella teoria di Keynes la mano invisibile ha come requisito un mercato perfetto fatto di totale comunicazione, di ampia concorrenza e di pari condizioni di accesso al mercato: in Italia nessuna di queste condizioni sembra trovare corrispondenza nel reale ed il castello teorico creato a Bruxelles cade dunque al cospetto di Roma.
Secondo l’Osservatorio sulle ICT della Margherita è «obiettivo prioritario la realizzazione di una infrastruttura di rete capace di garantire la comunicazione su standard aperti con i Comuni, le Province e le Regioni e fra tutte le Pubbliche Amministrazioni italiane, riducendo allo stesso tempo il divario digitale tra le aree servite da infrastrutture a banda larga (la metropoli) e le aree periferiche». La Margherita fa riferimento al proprio Masterplan indicando la ferma volontà di «coprire con banda larga tutto il territorio italiano e quindi garantire a tutti i cittadini un accesso minimo garantito ad Internet in Larga Banda e stimolare l’industria a offrire accessi a velocità sempre maggiore in modo omogeneo sul territorio a condizioni accessibili con particolare riguardo alle offerte flat».
Secondo il citato Masterplan la riduzione del divario digitale italiano è uno degli obiettivi dei primi 100 giorni di Governo:
- Coprire con Banda Larga tutto il territorio italiano e quindi garantire a tutti i cittadini un accesso minimo garantito ad Internet in Larga Banda;
- Stimolare l’industria a offrire accessi a velocità sempre maggiore in modo omogeneo sul territorio a condizioni accessibili con particolare riguardo alle offerte flat;
- Evitare duplicazioni di infrastrutture, diseconomie nella realizzazione delle reti della PA;
- Qualificare la Internet italiana per l’innovazione, la sicurezza, l’affidabilità e per i nuovi servizi multimediali interattivi
- Creare un mercato concorrenziale e trasparente dei servizi di accesso ad Internet;
- Garantire la disponibilità, attraverso una adeguata disponibilità di banda, di un ambiente tecnologicamente favorevole per la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle aree “marginali” del paese;
- Promuovere l’evoluzione tecnologica delle reti, ponendo le condizioni per un mercato competitivo per le tecnologie emergenti come il wireless e creando un quadro di sperimentazione-entrata a regime per le tecnologie che emergeranno nei prossimi anni.