Per una volta, i colpevoli di azioni in contrasto con la protezione del copyright non sono solo gli utenti. Sembra, infatti, che l’ISP americano facente capo a Time Warner sia stato accusato di intralciare le operazioni di protezione del diritto d’autore. L’associazione US Copyright Group, infatti, sottolinea come Time Warner imponga insormontabili ostacoli nell’identificazione degli utenti solitamente implicati in attività illecite via P2P.
L’US Copyright Group, qualche mese fa, ha dichiarato di voler denunciare 50,000 utenti bittorent per la condivisione di film quali “The Hurt Locker”, la pellicola pluripremiata agli Oscar edizione 2010. L’associazione di difesa del diritto d’autore parte dal presupposto che, essendo bittorent un network che necessita dell’apporto di tutti i peer per funzionare, anche l’utente in possesso di parti minuscole o incomplete di questi film, o addirittura solo il file torrent, sia da denunciare alle autorità competenti. Questa concezione, a dire il vero fuorviante rispetto al reale funzionamento delle reti P2P, giustificherebbe l’enorme numero di utenti presi di mira da US Copyright Group.
Nel tentativo di ottenere i nominativi di questi user, tuttavia, il gruppo antipirateria si è dovuto scontrare con la reticenza di Time Warner. L’ISP si è dichiarato disponibile a rivelare gratuitamente i dati di massimo 28 IP al mese: dato l’elevato costo delle procedure di riconoscimento, l’operatore ha chiesto un compenso di circa 33 dollari a IP per ogni identificazione successiva al platfond mensile garantito.
Di fronte a queste richieste, US Copyright Group è andata su tutte le furie: con un tasso di 28 IP al mese, servirebbero all’incirca 4 anni per scoprire l’identità dei primi 1431 IP Time Warner richiesti. Secondo l’associazione, Time Warner starebbe approfittando di questa occasione per ottenere più clienti, suggerendo al proprio target d’utenza il proprio impegno per il rispetto della privacy.
US Copyright Group ha quindi deciso di esporre Time Warner alle decisioni della corte: pare, infatti, che per altri tipi di riconoscimento IP, come incidenti, furti, suicidi e quant’altro, l’operatore non ponga nessun limite alle autorità competenti. Non ci resta che attendere per sapere chi, fra questi due titani dell’era digitale, avrà la meglio.