La recente notizia dell’acquisizione del controllo di Telecom Italia da parte di Telefonica ha riaperto la discussione o meglio le polemiche sull’importanza della rete nel nostro Paese. Il settore delle telecomunicazioni dovrebbe essere centrale in un Paese moderno come l’Italia ma gli avvenimenti degli ultimi anni hanno spesso dimostrato il contrario. La perdita di uno degli ultimi baluardi dell’industria italiana e il ritrovato improvviso interesse per il settore delle Tlc ha scatenato i commenti della classe politica e non solo. Da sinistra a destra, passando per i sindacati, si chiede al Governo di riferire alle Camere sull’operazione di Telefonica.
Per il Partito Democratico, Parlamento e Governo italiano devono verificare se vi siano margini per utilizzare i “poteri speciali” su Telecom Italia. Per Matteo Colaninno (PD), nessuna preclusione al fatto che un grande investitore industriale come Telefonica investa in asset italiani, ma lo deve fare rispettando gli interessi strategici italiani, dando garanzie su occupazione e politica industriale e tutelando la pluralità degli azionisti e del mercato attraverso un’opa. Ancora più duro Paolo Romani del PDL che sottolinea come il Governo deve intervenire, perché non è possibile immaginare che un progetto di alto livello tecnologico vada a finire in mani straniere.
La paura è che l’Italia possa perdere di competitività e che ci possano essere ricadute occupazionali, anche se su quest’ultimo tema, Marco Patuano ha più volte evidenziato che non c’è nessun rischio.
Sollecitato dagli esponenti del Governo, il Presidente del Consiglio Enrico Letta è intervenuto affermando che
la rete Telecom è interesse strategico, per cui saremo molto, molto attenti, non vogliamo perdere su questo aspetto strategico dell’operazione. Non ci sono problemi di barriere, nè altro come problemi di passaporto per quanto riguarda i capitali. Siamo oggi nel mercato europeo, stiamo discutendo di compagnie europee, e per esempio Enel é proprietaria di Endesa, che é spagnola. Ciò detto, occorre tutelare l’occupazione, perché il livello degli occupati in Telecom Italia deve essere mantenuto.
Su queste dichiarazioni di estrema attenzione e preoccupazione sulla sorte del gruppo di telecomunicazioni, Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, si è “tolto qualche sassolino dalle scarpe” durante l’audizione al Senato affermando che
per arrivare a scelte differenti avremmo dovuto tutti quanti pensarci prima. Se il sistema Italia fosse stato davvero così preoccupato del futuro di Telecom Italia, come lo è stato in questi ultimi due giorni, forse sarebbe stato possibile un intervento più strutturale.
Cioè, in estrema sintesi, ci si poteva pensare prima. Bernabè ha anche sottolineato come abbia saputo dell’operazione societaria di Telefonica solo per mezzo dei comunicati stampa.
Parole pensati quelli di Franco Bernabè che testimoniano l’infelice stato in cui vive l’Italia digitale.
Sul delicato tema di Telecom Italia non poteva non intervenire Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e membro della Commissione Telecomunicazioni della Camera, voce autorevole sui temi dei problemi delle telecomunicazioni nel nostro Paese. Per l’onorevole Quintarelli
Le parole del presidente Telecom Bernabe’ sul fatto di aver appreso dai comunicati stampa la modifica dell’accordo parasociale tra gli azionisti di Telco ci lascia sgomenti e sorpresi. Cosi’ come colpiscono le sue parole sulla mancanza di attenzione che finora c’e’ stata nei confronti di Telecom. Qui si pone pero un problema piu generale relativo al settore delle Telecomunicazioni, che si continua a considerare poco importante e non strategico per lo sviluppo economico del Paese. Un settore che deve diventare centrale ma che ha bisogno di competenze ed esperienza, partendo proprio da AGCOM, l’Autorita preposta al settore delle comunicazioni.
L’On. Quintarelli continua affermando che il Presidente della Camera Boldrini debba immediatamente iniziare a raccogliere i curricula tra cui scegliere il nuovo commissario AGCOM sulla strada della trasparenza per valorizzare competenze e professionalita nell’ottica di consegnare al settore delle comunicazioni elettroniche quella centralita che per troppo tempo è mancata.
Prossimamente infatti l’Italia digitale dovrà affrontare temi importanti come quello dello scorporo della rete e servono attori preparati per gestire questo passaggio. Lo stesso Quintarelli è infatti molto preoccupato su questa tema proprio a causa della recente mossa di Telefonica. L’onorevole di Scelta Civica fa notare infatti come Telefonica da tempo sia contraria all’operazione di scorporo della rete, opinione legittima ma che va contro gli interessi del Paese. Lo scorporo è fondamentale per favorire l’ammodernamento di una infrastruttura fondamentale per la competitivita’ del sistema Italia, concentrando tutti gli investimenti su un’unica rete nazionale, evitando duplicazioni e sprechi.