La Reuters abbandona Second Life

Il giornalista Adam Pasick, conosciuto su Second Life come Adam Reuters, smetterà di inviare corrispondendenze dal famoso ambiente virtuale. La fuga di Reuters conferma il cattivo stato di salute della community e potrebbe preludere ad altri abbandoni
La Reuters abbandona Second Life
Il giornalista Adam Pasick, conosciuto su Second Life come Adam Reuters, smetterà di inviare corrispondendenze dal famoso ambiente virtuale. La fuga di Reuters conferma il cattivo stato di salute della community e potrebbe preludere ad altri abbandoni

L’agenzia di stampa Reuters ha deciso di rimuovere da Second Life il suo reporter virtuale. Nello scorso ottobre, la famosa agenzia di stampa era stata la prima al mondo ad aprire un ufficio di corrispondenza nel mondo di Second Life, che in quel periodo stava vivendo un’espansione fulminante.

Adam Reuters, l’avatar dietro il quale si nascondeva il giornalista in “carne ed ossa” Adam Pasick, è stato sostituito nello scorso luglio da Eric Reuters, del quale non si conosce la vera identità. La notizia, ora confermata da Reuters, era stata diffusa nei giorni scorsi da The Register, un famoso sito web d’informazione dedicato al web e ai business correlati. Lo staff del giornale online si era accorta che qualcosa non andava per il verso giusto visitando il sito di Reuters: la pagina del sito dedicata a Second Life, infatti, non viene aggiornata dal 30 settembre scorso.

Reuters comunica che non smetterà di raccontare quello che avviene dentro Second Life, ma che le notizie relative alla community saranno diffuse insieme agli altri lanci di tecnologia e non più in un’area dedicata. Anche l’ufficio di corrispondenza dell’agenzia, orfano del suo unico redattore, verrà chiuso.

Questa notizia getta nuove ombre sul futuro di Second Life poichè, dopo la fuga del reporter Reuters, portrebbero esserci anche altre aziende intenzionate a lasciare il più famoso dei “metamondi”. Secondo l’esperto di web Eric Krangel, che scrive per l’Alley Insider , sono molti i problemi che i creatori di Second Life devono risolvere se vogliono sopravvivere. Krangel si lamenta della scarsa efficienza dell’interfaccia utente, che in 5 anni è quasi rimasta invariata, ma soprattutto del fatto che questo mondo virtuale non sia affatto adeguato alle esigenze della clientela business. Il giornalista afferma di aver avuto spesso svariati problemi, che iniziavano già dal login, che spesso faceva crashare il sistema. Una volta entrato, Krangel rimaneva spesso “prigioniero” del suo ufficio su Second Life a causa delle frequenti avarie al Teleport, rendendo impossibile anche il solo spostarsi liberamente nell’ambiente virtuale.

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