A pochi giorni dalla sentenza che ha disarmato il mondo del P2P nella battaglia contro le major della produzione, la RIAA torna a farsi pesantemente sentire con l’ennesima azione legale contro utenti “John Doe”: la nuova ondata conta 784 nuove denunce per le quali scatta il solito iter burocratico: indagine, svelamento dei dati archiviato dagli ISP partendo dal numero IP incriminato, proposta di patteggiamento con sanzione pecuniaria. Sono ormai svariate migliaia le persone alle prese con i legali RIAA.
La nuova offensiva lanciata dall’associazione delle major ha una forte valenza simbolica: nel momento in cui i produttori di software P2P sono in balìa della sentenza MGM vs Grokster, la RIAA ha voluto dare un forte segno continuando a colpire gli utenti che si rendono responsabili di download illegali. La battaglia, insomma, continua come prima e la sentenza proclamata dal giudice Souter non sposta gli obiettivi dell’importante associazione. Le 784 denunce hanno colpito utenti Kazaa, Grokster e LimeWire.
In riferimento alla cruciale sentenza emessa dalla Corte Suprema, il portavoce e CEO della Recording Industry Association of America Mitch Bainwol ha applaudito all’esito della vicenda vedendo in questo spartiacque la fine dei pericoli gravanti sugli 11 milioni di americani impiegati nel settore, e l’inizio di un nuovo fiorente periodo per i contenuti digitali ed i relativi canali di distribuzione online. Tra questi ultimi, non senza un certo sarcasmo, Bainwol include anche le piattaforme di file sharing.