La Russia potrebbe bloccare Google, Facebook e Twitter. Le autorità russe hanno infatti inviato una missiva ai maggiori player della rete avvertendoli che stanno infrangendo le leggi russe e che se non si adegueranno potrebbero rischiare di essere oscurati all’interno del paese. L’ente russo Roskomnadzor ha infatti affermato di aver contattato Google, Facebook e Twitter chiedendo espressamente loro di rispettare quelle leggi promosse da Vladimir Putin che tutti però hanno bollato come leggi censura.
Questo nuovo braccio di ferro tra la Russia e le grandi Internet Company sarebbe da ricercarsi nell’uso del sistema di crittografia utilizzato da Google, Facebook e Twitter che non permette alla Russia di andare a bloccare singolarmente tutti quei siti/contenuti giudicati fuori legge. Vista l’impossibilità tecnica, per il Governo russo non rimarrebbe alternativa che andare a bloccare l’intero servizio e non solo il sito/contenuto specifico. Ma per rispettare le leggi russe, le Internet Company dovrebbe consegnare alle autorità russe tutte le liste dei blogger con oltre 3000 lettori al giorno e chiudere tutti i siti segnalati dalle autorità.
Putin non si è mai dimostrato particolarmente amico del web, anzi, lo ha spesso bollato come un progetto della CIA, sottolineando più volte la profonda sfiducia tra Mosca e Washington. In realtà, trattasi dell’ennesimo tentativo di controllare internet che è sempre stato fonte di grossi problemi per i regimi totalitari dove i governi tentano di manipolare l’informazione a loro vantaggio. Per esempio, proprio a questo scopo, una legge approvata nel 2014 attribuisce ai procuratori russi il diritto di bloccare, senza dove passare per alcun grado di giudizio, tutti quei siti di informazioni in cui si parla di proteste e contenuti scomodi.
I blogger con un ampio seguito, devono passare attraverso una procedura di registrazione e devono confermare la loro identità per poter operare. Facebook è intervento affermando che i dati dei suoi utenti sono conformi alle politiche aziendali e soddisfano gli standard internazionale del processo legale. Facebook ma anche Twitter, nel corso del 2014, hanno più volte respinto le richieste delle autorità russe.
Google, invece, nella seconda metà del 2014, ha risposto solo al 5% delle 134 richieste effettuate dal Governo Russo. Le autorità russe, comunque, insistono e chiedono il rispetto delle legislazioni locali, altrimenti scatteranno sanzioni che potrebbero arrivare sino allo spegnimento dei siti incriminati all’interno del paese.