La pirateria è un fenomeno estremamente diffuso in Europa, anche dalle nostre parti. Tra i Paesi dove questo fenomeno è più diffuso c’è la Russia, che proprio in queste ore starebbe valutando la possibilità di legalizzarla. Un’altra contromisura adottata nei confronti di un Occidente che prova a isolarla, anche se non sempre ci riesce (vedi la Germania che continuerà a comprare gas e petrolio da Mosca in barba alle sanzioni NATO ed Europee).
La Russia contrattacca le Big Tech?
Secondo alcune indiscrezioni apparse sul web e riportate dall’edizione online del giornale russo Kommersant, che si occupa di politica ed economia, il Cremlino vorrebbe legalizzare forme di pirateria informatica che in qualche modo colpiscano certi prodotti, ma solo di quelle società che provengono da Paesi che hanno sanzionato la Russia per l’invasione dell’Ucraina, o di aziende che stanno facendo lo stesso per conto proprio.
Tra i possibili bersagli di questa nuova mossa di Mosca dovrebbero pertanto figurare anche i colossi tech statunitensi, che in questi giorni hanno dato vita a una serie di azioni di boicottaggio nei confronti della Russia, a volte anche in maniera esagerata, perché sono andati a colpire quella parte della popolazione, leggi bambini e famiglie come nel caso di Netflix, che nulla hanno a che fare con la guerra.
Ad ogni modo, è probabile che la reazione del governo russo, se così fosse, colpisca anche i venditori di contenuti video e musicali e dunque favorisca la diffusione di film, show e serie TV, oltre che di file musicali, rippati dai vari servizi di streaming video e audio on demand. In attesa di conferme o meno su questa notizia, di certo il Cremlino sta alzando un muro difensivo su Internet per difendersi dagli attacchi mediatici esterni, e dopo aver limitato l’accesso a vari social e ai siti di Meduza, Svoboda e Deutsche Welle, potrebbe anche disconnettersi del tutto dalla Rete globale.