Il Web si può considerare senza dubbio un grosso database dove trovare consigli, informazioni, suggerimenti e ogni altro genere di nozione per i più svariati interessi. Fin qui, ovviamente, nulla di nuovo, dato che chiunque abbia praticato Internet anche solo sporadicamente sa la marea di informazioni che essa offre, il più delle volte gratuitamente e in maniera facilmente accessibile.
Allo stesso modo, è risaputo che non sempre quanto si trova in Rete corrisponde a informazione di qualità, con il rischio di leggere e prendere per buone nozioni basate su approssimazione, sulla semplificazione o, in alcuni casi, pilotate per interessi commerciali.
Fino a quando si danno per buone conoscenze su argomenti tutto sommato futili, quali possono essere le informazioni su un hobby o una curiosità, non succede nulla di particolare, dato che il rischio è solo quello di fare confusione, ma quando capita di ricevere informazioni errate su un argomento fondamentale quale la salute?
A questo tipo di domanda ha provato a rispondere uno studio pubblicato sul Journal of Bone and Joint Surgery, che ha cercato di capire se e come vengono presentate agli utenti le risposte a precise richieste rivolte a Internet tramite i motori di ricerca più popolari, ovvero Google e Yahoo.
Gli esperti che hanno condotto lo studio hanno cercato di capire se, una volta digitata una query relativa a un argomento legato alla salute, l’utente riceva o meno delle risposte, cioè dei link, che portano a siti attendibili.
Ebbene, secondo i risultati pare proprio di no. I due motori di ricerca presi in esame, se interrogati su argomenti sanitari (nell’esempio si è scelto di chiedere informazioni su alcuni tipi di infortuni sportivi), forniscono all’utente un insieme di link tra cui in rilievo vi sono quelli che conducono a siti commerciali, ovvero a siti che hanno interesse a vendere un prodotto o un servizio legato a una particolare patologia ma che, proprio per questo, spesso non forniscono una corretta e obiettiva informazione.
Nelle SERP presentate dai motori di ricerca, i siti che gli studiosi hanno classificato come attendibili, ovvero i siti di gruppi senza scopo di lucro o appartenenti a delle università, rimangono inesorabilmente dietro i siti a carattere commerciale, i quali hanno evidentemente interesse ad avere una certa visibilità e pagano per averla, con la conseguenza però di fuorviare l’utente meno attento.
Pessima informazione, inoltre, è stata rilevata in alcuni siti a carattere editoriale o personale, dove, forse per fare notizia e attirare visite alle proprie pagine, si tenta spesso a dare troppa enfasi agli eventi dimenticando di tenere un approccio corretto e professionale.
In definitiva, chiedere consigli e informazioni sulla salute per mezzo del Web richiede una certa cautela e un approccio molto attento alle fonti cui si accede, cercando di discernere i consigli professionali disinteressati da altri suggerimenti che potrebbero essere indirizzati a finalità puramente lucrative e per questo da prendere con le molle.