La Security and Exchange Commission (SEC) ha avviato specifici approfondimenti su Facebook e Twitter per valutare se possa sussistere una qualche irregolarità nel modo in cui i due gruppi vendono le proprie azioni per finanziare il proprio processo di crescita.
L’atto della SEC è peraltro un atto dovuto. L’ultimo accordo stipulato tra Facebook e la Goldman Sachs ha infatti attirato l’attenzione della Commissione per il trucco con cui, sotto il nome di un singolo compratore, si vanno a celare potenzialmente centinaia di acquirenti. Trattasi infatti di un espediente importante, tale per cui è possibile contenere il numero complessivo degli investitori al di sotto delle 500 unità senza l’obbligo relativo di dover rendere pubblici i bilanci del gruppo.
La SEC intende soprattutto approfondire i meccanismi con cui le azioni sono messe in vendita tramite SecondMarket o Sharespost, valutare la percentuale trattenuta dai broker e soprattutto indagare sui possibili conflitti di interesse esistenti. L’inchiesta verificherà pertanto quei medesimi meccanismi che in questi mesi stanno portando al rialzo il valore dei due gruppi, con Facebook giunto ormai alla soglia degli 80 miliardi di dollari senza che ancora sia mai stato reso ufficialmente pubblico il livello degli introiti registrato.
Le indagini della SEC avranno una conseguenza su tutte: portare maggior trasparenza nella quotazione di due gruppi tra quelli maggiormente al centro dell’attenzione negli ultimi mesi. I recenti moniti da Eric Schmidt e Carol Bartz, del resto, non possono passare inosservati: la bolla di Internet fa nuovamente capolino e, prima di dover assistere inermi all’esplosione del mercato, è necessario salvaguardare la regolarità delle transazioni per mezzo della lente della trasparenza.