Non è facile spiegare cosa sia Second Life a chi è (quasi) totalmente a digiuno sull’argomento.
- “E’ un mondo 3D dove possiedi un alter ego virtuale forgiato secondo i tuoi desideri”
- “Ah…Interessante… (e poi?)”
- “Giri per un mondo vastissimo dove puoi incontrare un sacco di persone”
- “Ah… Interessante… (Ok, ma se voglio farmi un giro prendo la macchina e se voglio parlare attraverso internet ci sono le chat)”
- “Puoi vedere mondi incredibili e interagire con un sacco di oggetti”
- “Ah… Interessante (ma per farci che? E a che scopo?)”
- “Naturalmente su Second Life puoi anche praticare il sesso virtuale”
A questo punto normalmente la pupilla dell’interlocutore si dilata e il sopracciglio si inarca. Dopo una prima serie di domande di rito l’interessa però svanisce con rapidità: un rinnovato desiderio di concretezza relega l’esperienza come ben poca cosa rispetto ad un approccio fisico reale e poi, rimanendo sempre nel virtuale, esistono le già collaudate e più realistiche chat con webcam.
- “La cosa curiosa comunque è come il tuo alter ego non sia inizialmente dotato di organi genitali, i quali si possono poi comperare a parte”.
Ho notato come tale affermazione sia la più efficace per incuriosire le persone ad avvicinarsi al metaverso di Linden Labs o perlomeno stuzzicare il loro immaginario. Una proiezione virtuale di noi stessi priva di organi sessuali, assieme alla libertà di adornare il nostro corpo con genitali di ogni dimensione, colore e funzionalità, rievoca in noi fantasie assopite da chissà quanto tempo: riaffiorano così alla mente le immagini di Barbie e Big Jim, protagonisti delle prime nostre prime personalissime ricostruzioni dei diversi atti sessuali (e pupazzi notoriamente privi di qualsiasi realismo a livello intimo) e un fremito scuote l’animo di chi può finalmente sentirsi autore della genesi della propria sessualità. Una sessualità esagerata, di colore, multifunzionale, creativa, inaspettata, frutto di una rivendicazione sulla natura o nata per stupire, oppure semplicemente introdotta per fa coincidere l’immagine che lo specchio virtuale ci ritorna con noi stessi. Ma tutte le cose hanno un prezzo e così ben presto si scopre che nessuno si offre di completare il tuo corpo senza un ritorno economico, specialmente nel caso si richiedano caratteristiche particolari. Dubito che le persone semplicemente incuriosite da questo metaverso siano disposte a convertire soldi reali in Linden$ oppure a cercarsi un lavoro virtuale; chissà quante persone girano così per le lande di Second Life prive di una chiara identificazione sessuale, vuoi per mancanza di soldi o per non averne semplicemente preso coscenza, inconsci portavoce di una differente forma di libertà sessuale: non avere alcun organo genitale.