Ieri la borsa di Wall Street è di nuovo crollata. Dietro a tale sonoro tracollo vi sono sempre le solite cause degli ultimi mesi, ma in aggiunta ci sono le prime conseguenze tangibili che evidenziano il ciclo vizioso in cui è caduta l’economia internazionale. GOOG: -4.03%. AAPL: -5.15%. YHOO: -2.91%. RIM: -13.26%.
Tra questi effetti si segnala una certa ritrosìa nell’investimento da parte delle aziende high tech, aziende che si sono trovate a dover fare i conti con bilanci traballanti, necessità di taglio dei costi e ridimensionamento conseguente delle prospettive di investimento.
In quest’ottica è facile riconsiderare una notizia degli ultimi giorni: Intel non passerà a Windows Vista nei propri uffici. Facile identificare il motivo, e le colpe non sono tutte completamente attribuibili a Vista: perchè passare al nuovo, spendendo fior di danari, se non è strettamente necessario e vantaggioso?
Il cambio di sistema operativo in una azienda come Intel rappresenterebbe un investimento molto importante, che ovviamente dovrebbe essere bilanciato da un quantomeno identico vantaggio a livello tecnico. C’è tutto questo vantaggio in Windows Vista? No. Discorsi fatalisti e superficiali a parte (Windows Vista non è una tragedia, ma non è un miracolo), in questo preciso momento è necessario risparmiare, soprattutto, ed investire in modo mirato in tutto ciò che possa riconsegnare risultati concreti.
Le sue colpe specifiche, però, Microsoft le ha. Le deve identificare in un sistema operativo che in qualche modo costringe anche ad una superiore spesa hardware (ed in ciò Intel ha solo da giovarsene), le deve cercare in un progetto migliorativo ma non rivoluzionario, nei ritardi di sviluppo che hanno trascinato il prodotto fino alla palude rappresentata da questi ultimi mesi.
Il prossimo Windows promette touchscreen, nuovo file system, qualcosa di davvero rivoluzionario. Chissà. Per ora XP rappresenta il migliore degli investimenti e Vista l’ultima delle necessità. Soprattutto se il Dow Jones continua su questi ritmi.