La SIAE, Società Italiana degli Autori e degli Editori, ha diffidato FIMI, Federazione dell’industria musicale italiana, dal continuare a criticare aspramente la politica dei bollini.
La notizia ha del clamoroso: due società che dovrebbero essere alleate nella lotta alla pirateria si dichiarano guerra l’un l’altra.
L’equilibrio si è infranto qualche giorno fa, quando FIMI ha emesso un giudizio a dir poco negativo sulla famosa politica dei bollini SIAE. Il bollino, previsto per legge per tutti i siti ospitanti materiale protetto dal diritto d’autore e sui supporti ottici originali, violerebbe le norme della comunità europea in quanto ostacola il principio di libera circolazione delle merci.
Inoltre il contrassegno SIAE risulta essere in contrasto con la stessa legge sul diritto d’autore per il quale è stato pensato: non son previste sanzioni per chi distribuisce materiale contraffatto ma provvisto di bollino, mentre lo sono per chi, pur distribuendo prodotti originali, non espone tale contrassegno.
La Società degli Autori e degli Editori non ha accettato la critica e ha quindi diffidato formalmente FIMI dal continuare: se le dure critiche continueranno non si potrà evitare lo scontro in tribunale. Secondo l’associazione il sistema del contrassegno esiste in svariate forme da più di venti anni rivelandosi sempre efficace nelle lotta alla contraffazione. E per difenderlo SIAE, testuali parole, è pronta a scendere in guerra:
La Siae scende in guerra, riservandosi anche azioni giudiziali contro la Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) sulla vicenda del bollino che da circa 20 anni si applica, in base alla legge italiana, sui supporti musicali, per identificarne l’autenticità e quindi per combattere i prodotti pirata. [… ] L’importante funzione del bollino è stata riconosciuta dalla stessa Commissione europea. La Commissione infatti si è direttamente occupata della legittimità del bollino Siae in base alla normativa sulla circolazione delle merci tra gli Stati membri, ritenendo che le modalità di ottenimento e il costo del bollino possono essere considerate misure proporzionate all’obiettivo legittimo di lotta alla piraterià, compatibili con il principio della libera circolazione delle merci.
SIAE continua il suo affondo contro FIMI sottolineando che ciò che ostacola il commercio non è di certo il costo riservato al diritto d’autore, ma la politica dei prezzi delle case discografiche:
Il diritto d’autore per chi ha creato l’opera incide solo con un 10% all’ingrosso che si traduce circa nel 5% all’acquirente. Per esempio in un CD musicale che costa all’ingrosso 10 euro e viene poi rivenduto a 20, il diritto d’autore è pari ad 1 euro.
Date le dure parole pronunciate da entrambe le parti in causa è davvero difficile pensare ad un futuro equilibrio fra le due società: la questione è destinata ad essere dibattuta in sede giudiziaria.