La sicurezza della rete è in una condizione, senza mezzi termini, «catastrofica». Il giudizio non giunge da una sensazione né tantomeno da un discorso da bar, ma piuttosto dalle conclusioni a cui è approdato il Federal Office for Information Security (BSI) tedesco. Lo studio è stato presentato al CeBIT di Hannover e riconsegna un quadro particolarmente infausto sull’integrità dell’architettura della sicurezza online.
Nulla di nuovo all’orizzonte: i worm permangono, le truffe si moltiplicano e nel contempo l’industria del malware sta rendendo sempre più differenziati e specialistici i propri sistemi di offesa. Trojan e phishing, backdoor e spoofing, tutti termini diventati ormai d’uso comune. Eppure ancora oggi larghe fasce d’utenza ignorano, a quanto pare, anche gli elementi più basilari della sicurezza diventando così obiettivo e strumento dei malintenzionati del Web.
«La situazione è seria, ben più catastrofica di quanto non potessimo temere»: sono queste le parole di Hartmut Isselhorst, responsabile BSI, secondo il quale «Siamo tutti sotto attacco. Appena andiamo online diventiamo un obiettivo». A venir citato è anche un recente sondaggio BITKOM secondo il quale in Germania il 90% degli utenti non utilizza software antivirus ed il 45% è privo di qualsivoglia firewall. All’aumento del livello di sofisticazione degli attacchi, però, dovrebbe far da contrappeso un aumento dell’alfabetizzazione informatica così che gli elementi cardine della sicurezza possano essere impressi in chi utilizza il web: una navigazione attenta e critica è il primo baluardo per la sicurezza dei sistemi utilizzati.
Il tutto, però, non è soltanto un problema in quanto a sicurezza, ma anche in relazione alle opportunità che si aprono per il mercato: un ulteriore rilievo statistico ha valutato come almeno un utente su due rinunci agli acquisti online per il timore di cadere in truffe di qualsivoglia tipo, così come 1 utente su 5 rinuncia alla prenotazione di viaggi tramite i servizi online. Un terzo di questi, soprattutto, ammette di aver già avuto un qualche tipo di perdita economica legata alla rete, il che sta a monte di tutte le motivazioni che determinano la strisciante diffidenza. Una considerazione, a tal proposito: i dati dei vari sondaggi presi in considerazione dalla BSI si riferiscono all’utenza tedesca, ma il significato non va circoscritto limitatamente alla specifica situazione nazionale: la rappresentanza tedesca è anzitutto la più corposa del Web europeo, ed inoltre le problematiche emerse sono sostanzialmente in comune con tutti gli altri paesi dell’UE (sia pur con differenze interne dovute a diversi gradi di penetrazione dell’informatica e della conoscenza del Web).
La BSI ha infine ricalcato le orme già lasciate da altri organismi istituzionali, anche italiani, nel monito agli utenti relativo ai social network: siti come Facebook o MySpace, infatti, sarebbero riferimenti golosi per cybercriminali di ogni tipo, e solo una autonoma intelligente gestione delle informazioni personali può salvaguardare la persona da ogni possibile rischio.