La Siria è isolata dal resto della Rete. Da alcune ore non si registra più traffico in uscita né in entrata dal paese, scosso da una sanguinosa guerra civile che si protrae da molto tempo e che il regime di Assad affronta stringendo sempre più le libertà individuali. Da più di 24 ore tutti gli 84 blocchi di indirizzi IP assegnati in Siria sono irraggiungibili.
In queste ore convulse si sta cercando di capire cosa sta accadendo, anche se la scarsa presenza di giornalisti occidentali sul luogo e la chiusura di Internet impedisce di penetrare questa cortina tecnologica eretta attorno ai confini del paese. La storia recente insegna, come abbiamo visto durante la primavera araba e come accade se pur in forme meno esplicite anche in Iran, che quando un paese cade nel black out c’è sempre lo zampino del governo.
Basta dare un’occhiata al Trasparency Report di Google per notare il crollo del traffico:
In questo caso, è probabile che Bashar al-Assad non voglia che trapeli nulla di quanto sta accadendo in queste ore nel paese: può darsi si tratti di combattimenti per strada, oppure potrebbe essere in atto una grande operazione di pulizia della rete, perché sono stati individuati degli oppositori o attivisti.
Ci sono almeno tre grandi agenzie che riportano fatti che potrebbero essere collegati a questo black out: la Associated Press racconta di scontri a Damasco e di taglio dei collegamenti telefonici; Reuters racconta del blocco dei voli, sempre la AP, tramite il Washington Post, conferma il black out della Rete.
Intanto, in Rete impazza l’hashtag #syriablackout, dove da tutto il mondo si raccolgono informazioni, possibili spiegazioni, e anche soluzioni alternative – fornite anche da Google – per ripristinare i collegamenti, almeno parzialmente, tramite account o il satellitare:
https://twitter.com/Google__News/status/274449769181622272
Anche Anonymous sta lavorando per fornire strumenti, su Pastebin, che permettano di utilizzare linee telefoniche estere, fornendo login e password per alcuni provider, come quelli francesi, tedeschi, norvegesi. Ma promette, com’è nel suo stile, anche battaglia informatica contro il regime, a partire da tutti i server legati alla Siria. Ad esempio le ambasciate all’estero.
Anonymous declares war on Syrian government Web sites http://t.co/eO7ytIDd #OpSyria #Syria #ExpectUs
— Anonymous Press (@AnonymousPress) November 30, 2012
Secondo gli hacktivisti, il governo siriano avrebbe addirittura reciso i cavi coassiali e in fibra ottica: in pratica è come se avesse staccato la spina dal muro. Questa la loro dichiarazione:
Disattivando Internet in Siria, Assad il macellaio ha dimostrato che è giunto il momento per Anonymous di rimuovere le ultime vestigia del suo malefico governo da Internet.