Black out della Rete. Di nuovo, e di nuovo in Siria. La notizia sta correndo lungo il globo come un brivido di terrore lungo la schiena.
Il paese, sotto scacco di un regime impegnato in uno scontro violentissimo con le opposizioni interne, è probabilmente in questo momento il più isolato al mondo insieme alla Corea del nord, ma al contrario del paese asiatico la popolazione non è completamente soggiogata. Da qui le iniziative esterne, che sfruttano la rete, come quella dei cracker che hanno violato alcuni siti e account Twitter, e quelle interne, che invece Internet la spengono.
Il Guardian sta seguendo con un liveblog gli scontri e ha appena pubblicato il tweet di Paul Danahar, inviato della BBC, che parla di shut down di Internet:
For the first time in months the Internet is completely down in Damascus and has been so since late last night
— Paul Danahar (@pdanahar) May 8, 2013
Notizia confermata dalla Electronic Frontier Foundation e visibile dai dati di Google. Il black out sembra essere cominciato alle 21.45 ora locale: Internet è quasi completamente scomparso, ridotto a zero, come mostra questo grafico con la caduta verticale di traffico.
Non è certo la prima volta che la Siria spegne Internet. Lo stesso fenomeno di era visto nel novembre 2012 e generalmente corrisponde alla risposta governativa a intrusioni e attacchi malware degli attivisti anti-Assad. La rivolta in Siria è iniziata nel marzo 2011 come costola della primavera araba, e chiede le dimissioni del presidente Bashar as-Asaad. Le cose però non sono andate come in altri paesi. Le ong hanno raccolto prove che nella regione ci sono stati almeno 59mila omicidi. La maggior parte dei media stranieri sono stati banditi ed espulsi dalla Siria già da un anno e mezzo.
AGGIORNAMENTO, ore 16:00: Il Governo sostiene si tratti di un guasto
Dopo 18 ore di silenzio – e buio della Rete – il governo di Assad ha fornito una spiegazione ufficiale all’assenza di traffico Internet nel paese. L’agenzia stampa nazionale siriana ha lanciato un breve comunicato nel quale si parla di «guasto nei cavi in fibra ottica, che sarà riparato il prima possibile».
La spiegazione della rottura dei cavi coassiali fu adoperato anche in precedenza, e naturalmente è impossibile stabilirne la veridicità. Paradossalmente, fu la stessa argomentazione del gruppo Anonymous, che minacciò ritorsioni proprio in base all’argomentazione che un black out del genere fosse possibile soltanto staccando i grossi cavi in fibra ottica. Che si siano guastati o siano stati scollegati o danneggiati, non è al momento dato di sapere. Ma c’è la notizia che il governo promette il ripristino di Internet in tempi brevi.
Nel frattempo sono già in campo fin dai primi momento del black out gli strumenti forniti da attivisti della Rete e dai social. A partire dal noto speaktotweet che permette di spedire tramite telefonate satellitari dei messaggi fuori dai confini siriani.
AGGIORNAMENTO, ore 18:20: servizio ripristinato
Sulla base di alcune rilevazioni Renesys sul traffico Internet in Siria, il servizio risulta essere stato ripristinato.