Secondo uno studio di Goldmedia, che ha osservato la situazione della piattaforma IPTV in Svizzera, Germania e Austria, la soglia minima di redditività per i provider che offrono servizi televisivi tramite Internet si raggiunge con almeno 2,5 milioni di clienti.
In altre parole, considerando il costo delle infrastrutture della piattaforma, i costi di gestione e manutenzione, nonché i costi d’acquisto dei diritti per i contenuti distribuiti sulla piattaforma, per i vari operatori è indispensabile avere una corposa base di clienti. Sotto questa soglia, l’operazione diventa economicamente difficile da sostenere per i provider.
Un quadro non certo strabiliante se si confronta alla situazione italiana. Nel Belpaese infatti, per varie ragioni di carattere culturale nonché per limiti strutturali, il bacino di clienti è nettamente inferiore. Una cosa che forse giustifica, almeno in parte, la penetrazione stentata della piattaforma e la relativamente scarsa appetibilità dei contenuti offerti.
Il nostro mercato televisivo va distinto dal resto dei mercati europei soprattutto per la “tipica” mancanza della TV via cavo, il che influisce molto sulla percezione che la gente ha di una forma di televisione diversa dalla “classica” TV diffusa via etere. Una forma di TV che la gente, non ci sembra un’esagerazione dirlo, guarda quasi con “diffidenza” e con poca attenzione.
Questo il fattore culturale, se poi ci aggiungiamo una copertura ADSL non ancora soddisfacente, sia per velocità e qualità delle connessioni che per aree realmente raggiunte dal servizio, ecco come il quadro che ne esce è quello di una situazione obiettivamente molto lontana dall’arrivare a quei 2,5 milioni di clienti di cui si parlava prima.
In questo sistema forse non dovrebbe stupire la scarsezza di contenuti “attraenti” ed esclusivi diffusi tramite IPTV, eppure va detto che in queste condizioni sono proprio gli operatori a dover fare “da traino” alla piattaforma.
Non potendo contare su posizioni “pregresse” nei confronti della tecnologia, ecco che il ruolo del provider dovrebbe farsi sentire incentivando in ogni modo la diffusione della piattaforma: sarebbe necessario, in altre parole, cercare di colmare il “gap” migliorando l’offerta e offrendo tariffe agevolate agli utenti (magari profili triple-play), un “consiglio” che forse può sembrare paradossale ma che verosimilmente servirebbe a “svegliare” il mercato televisivo italiano.