Se si vuole leggere tutti i giorni lo stesso quotidiano in formato digitale (rispettando la legge, of course), si possono utilizzare varie forme di abbonamento per i diversi formati, da quelli personalizzati, più coinvolgenti, al semplice formato pdf del quotidiano uscito il giorno stesso in edicola. Quest’ultimo tipo di consumo sembra destinato a cedere il passo alle applicazioni native degli editori, ma un progetto lanciato oggi da La Stampa va in una direzione nuova, forse rappresenta l’ultimo tentativo concreto per valorizzare un formato quasi azzerato anche se in realtà sempre godibile: metterlo gratis sulla piattaforma Amazon Underground come si trattasse di un’applicazione ludica.
L’idea di mettere La Stampa nell’
app-shop di Amazon che paga gli sviluppatori per il tempo trascorso dall’utente nella piattaforma è commentata dal direttore del quotidiano, Maurizio Molinari, come un investimento nell’innovazione che è patrimonio genetico del giornale. Il modello di remunerazione è in effetti piuttosto originale: sarà il colosso dell’ecommerce e non il lettore a pagare l’editore per i download e l’uso dell’applicazione dedicata «in base alla capacità di coinvolgere il lettore nell’investire il proprio tempo tra i nostri articoli».
Una via alla crisi dell’editoria?
Difficile prevedere se questo genere di proposta – la prima al mondo di questo genere – possa avere successo (probabilmente l’avrà) e ancora più difficile prevedere quanto potrà cubare rispetto alle esigenze economiche costosissime di una redazione di queste dimensioni. Si tratta di percentuali risicate rispetto al totale, ma il messaggio è interessante: sfruttare le piattaforme e i formati digitali per quello che sono, invece di continuare a lamentarsene. Amazon Undergroud, tra l’altro, ha almeno tre caratteristiche idonee: non contempla acquisti in-app, gira su Android, si basa su un device pensato per la lettura e l’uso consumer dei contenuti ma apre al mondo Google, essendo compatibile con gran parte dei dispositivi e tablet.
La Stampa debutta su Underground: l’abbonamento lo paga Amazon @LaStampa @amznunderground @AmazonIT lastampatech https://t.co/63VV8OsOcw
— Bruno Ruffilli (@BrunoRuffilli) July 5, 2016
L’aspetto più interessante, però, è sicuramente l’engagement del lettore, cioè il fatto che un giornale nazionale accetta la logica di essere premiato economicamente non per aver venduto il contenuto, ma per riuscire a catturare il lettore, trattenendolo e assicurandosi che tornerà. C’è una differenza tra le applicazioni per le edizioni digitali, dove conta la profilazione e l’advertising, o gli account social (La Stampa, come tutti gli altri quotidiani importanti, è ovunque: su Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, Telegram) dove si lavora alla reputazione, accettando di perdere remunerazione per il flusso di visite. Nel caso di questo abbonamento del giornale (più gli inserti) si prova a valorizzare un formato più fisso che ormai non ha altre serie modalità di remunerazione. Magari scoprendo una fetta di mercato che vuole proprio questo, e lo vuole legalmente.