L’annuncio dei risultati trimestrali di Google ha determinato un mercato after-hours di pura euforia. Più fonti impegnate nelle analisi degli eventi hanno fatto appello al concetto di ‘follia’ notando come il titolo, già a quotazioni altissime, è cresciuto di oltre 30 dollari a mercato chiuso: il titolo aveva chiuso la giornata con un +1.61% fino a quota 426.06, l’after-hours si è invece fermato a 458 dollari di quotazione con un eccezionale +7.5%.
Tanta euforia non è priva di motivazioni: i dati provenienti da Mountain View indicano un introito trimestrale di 733.4 milioni di dollari, ovvero il 92% in più rispetto alla stessa trimestrale di un anno prima. In tutto Google ha registrato vendite per 2.69 miliardi di dollari con una crescita del 70% rispetto al 2005 (il dato, depurato degli introiti condivisi con i partner, scende a 1.81 miliardi). Non a caso già nei giorni precedenti i dati fiscali Google era accreditato al controllo di ben il 25% dell’intero settore dell’advertising online, il che significa avere il massimo beneficio da un settore in piena esplosione e dalle grandi prospettive.
L’esplosione di Google porta il Dow Jones sopra l’importante quota di 12.000 punti ed il titolo del motore di ricerca si riavvicina ai massimi di inizio anno (quando sfiorò addirittura quota 475 dollari per poi ripiegare addirittura fino a 331 dollari. Grande attenzione è rivolta alla giornata di oggi, dove le tensioni per un Dow Jones a livelli di guardia ed un titolo che fa faville potrebbero determinare effetti non propriamente equilibrati. Da più parti si ipotizza infatti una piazza di Wall Street alla vigilia di un progressivo sgonfiamento in conseguenza di posizioni che monetizzano e mani pesanti che spostano i propri capitali.
La trimestrale si è caratterizzata insomma per i forti toni con cui ha scandito i vari annunci. Google è ancora una volta la stella più luminosa, seguita a ruota da Apple ed eBay. Yahoo ha pagato pesantemente dazio, AMD paga la politica dei prezzi bassi e Nokia ne segue le orme. I dati relativi a Microsoft ancora non sono di pubblico dominio ma già si ipotizza un risultato in linea con le attese, vicino ad una crescita del 10% pieno di ottimismo per i mesi a venire.