Anche se le paginate sul matrimonio Briatore – Gregoraci sembrano contraddire l’assunto, i quotidiani sono ormai da tempo tra le principali fonti storiche dell’epoca moderna e contemporanea. Scartabellare tra le edizioni passate consente di compiere dei veri e propri viaggi nel tempo, andando a riscoprire fatti e personaggi ormai dimenticati o conoscendone di nuovi. In questo processo di recupero della memoria, il Web riveste naturalmente un ruolo molto importante.
Ne è un chiaro esempio l’archivio del blasonato, e mitico per chi crede nella professione giornalistica, New York Times. Convertitosi con coraggio e determinazione all’era del digitale e della Rete, al grido di “O Web o morte”, il quotidiano statunitense offre ormai da tempo ai propri lettori la possibilità di consultare l’intero archivio delle sue edizioni dal 1851 a oggi. Un tempo il servizio era a pagamento e richiedeva l’esborso di una cifra simbolica per accedere agli articoli, ora invece – salvo servizi particolari – è completamente gratuito e messo a disposizione dei milioni di utenti che ogni giorno affollano il villaggio globale.
Sulla scia del NYT, anche altri giornali si sono avventurati nel gioco della memoria, iniziando a costruire enormi database con tutti gli articoli pubblicati nel corso della loro esistenza. Repubblica e Corriere della Sera hanno avviato in Italia progetti di questo tipo, fornendo tutti i testi prodotti da dopo la loro conversione al digitale. Ora, il quotidiano torinese La Stampa sembra essere determinato a compiere un ulteriore passo avanti.
Proprio come il New York Times, il giornale di via Marenco ha deciso di mettere online tutto il suo archivio a partire dal 1867, anno in cui si chiamava ancora Gazzetta Piemontese, a oggi. A differenza del quotidiano americano, però, La Stampa sfrutterà una collaborazione con l’amministrazione pubblica per raggiungere il suo scopo. Il progetto, infatti, si avvarrà del contributo della Regione Piemonte, cui si aggiungerà il contributo fornito da due fondazioni bancarie torinesi.
Le storiche pagine del quotidiano piemontese saranno digitalizzate una per una attraverso appositi scanner per poi essere processate con software OCR, ovvero in grado di riconoscere i caratteri presenti nelle immagini ad alta definizione e convertirle così in file di testo. Il progetto, già in fase di attuazione, dovrebbe terminare salvo imprevisti nell’autunno del 2009. Da quella data, tutti gli utenti della Rete avranno la possibilità di collegarsi a un apposito sito per compiere un piccolo viaggio nel tempo, alla ricerca di semplici curiosità o di nuove fonti per i loro studi. Il tutto, fortunatamente, senza dover sborsare nemmeno un Euro per le fotocopie. E chi ha perso la vista sui paludati e mal ridotti microfilm delle nostre biblioteche sa probabilmente di che cosa parlo…