La questione è stata sollevata da diversi siti, tra cui anche dal blog di Webnews. Ci si riferisce alla cassa di risonanza mediatica riservata dalla stampa in genere a dei gruppi nati su Facebook per… “esultare” circa la strage avvenuta ieri a Kabul in cui sono morti sei militari italiani.
Ora, tralasciando ogni commento di qualsiasi genere riguardo questi gruppi e chi li ha attivati, la domanda che in molti si pongono è questa: siamo sicuri che sia giusto dare spazio a questioni di questo tipo sugli organi di stampa più conosciuti? In altre parole, certe cose meritano tanta considerazione?
Anche in questo caso è difficile dare un risposta, o forse no. Forse è più facile di quanto si creda considerando qual è, o quale dovrebbe essere, la “mission” del giornalismo: informare. Così la domanda diventa: è informazione quella che parte da considerazioni fatte sulla base di quanto detto da anonimi utenti in un anonimo spazio virtuale? A chi giova? Al pubblico probabilmente no così come a tutti i parenti delle vittime.
Su Webnews ci si interroga poi sul valore di un gruppo di un social network. Quanto vale e cosa rappresenta un gruppo è una “domanda non-domanda” in quanto la risposta è data dalla miriade di gruppi creati e chiusi in un secondo e dai quali si evince chiaramente il “non valore” dell’oggetto in questione.
E allora perché parlarne? Perché dare risalto a chi non trova nulla di meglio che impiegare uno spazio concessogli gratuitamente attivando discussioni basate sul nulla?
Non si sa, ma di certo è difficile giudicare secondo i canoni del buon gusto i tanti titoli a caratteri cubitali dedicati a gruppi sociali di questo genere, in quanto mettere l’accento su simili aspetti, proprio in questi frangenti, non svolge certo un ruolo utile né serve a distendere il clima (per quanto disteso possa essere il clima in queste situazioni) di impotenza che si respira nel Paese.
Approfittiamo ancora di Webnews per chiudere prendendo “a prestito” una frase tanto emblematica quanto assolutamente carica di significato:
Tutto questo viene dal nulla. E nel nulla dovrebbe tornare. Ma dedicare grossi titoli al nulla non giova al clima difficile di queste ore, intrise di retorica e di umana pietà.