Niente da fare, l’odiata tassa di concessione governativa che pagano tutti coloro che stipulano un contratto post-pagato della telefonia mobile, rimane. Lo scorso weekend infatti, la Camera ha approvato il testo definitivo del così detto Decreto del Fare che è dunque diventato legge. Purtroppo all’interno del testo definitivo, non si fa più menzione all’abolizione della tassa di concessione governativa.
Si ricorda infatti, che durante la discussione del testo del Decreto al Senato, era stato votato ed approvato un ordine del giorno proposto dalla Lega Nord che proponeva l’abolizione della tassa di concessione governativa. Provvedimento che aveva anche visto sconfitto il Governo che aveva votato contro, non per un questione ideologica ma per un problema di copertura finanziaria. Nonostante dunque l’euforia politica e mediatica per la possibilità che questo balzello venisse finalmente eliminato, come da molto tempo richiesto, il testo definitivo non riporta più questa modifica, segno che durante la discussione del testo alla Camera sono stati effettuati dei correttivi passati evidentemente silenziosamente.
Un finale comunque non inatteso visto che il Governo aveva già esplicitato che non c’erano i fondi per sopperire al mancato gettito derivante da questo balzello.
La tassa di concessione governativa è prevista ai sensi dell’articolo n. 21 DPR 26 ottobre 1972, n. 641 (Disciplina delle tasse sulle concessioni governative) e prevede un corrispettivo mensile di 5,16 euro per i clienti privati e di 12,91 euro per i clienti affari.