Non ce ne vogliano gli esperti di statistica e gli amanti dell’economia, ma il dubbio è oggettivo e merita un piccolo approfondimento: come incide sull’inflazione la progressiva introduzione della tecnologia all’interno del paniere ISTAT?
A partire da quest’anno, infatti, nel paniere con cui l’Istituto Nazionale di Statistica calcola l’inflazione vengono introdotti anche tre nuovi elementi quali e-book, e-reader ed Ultrabook. Trattasi di elementi ancora particolarmente nuovi nel quadro generale dell’elettronica di consumo, elementi che in Italia ad oggi trovano un mercato ancora molto debole, ma che all’interno del paniere inizieranno ad avere una loro minima rilevanza. Tuttavia sono al tempo stesso elementi aventi tutti una caratteristica in comune: sono ad oggi fermi a livelli di prezzo molto alto, con previsioni di decrescita del tutto condivise e comprovate dalla storia e dalle leggi di mercato che regolano il settore.
Risulta noto a tutti, infatti, come Kindle e rivali abbiano visto scendere continuamente i prezzi, ed in questa fase gli e-reader stanno timidamente facendo capolino in Italia senza colpire ancora in modo sostanziale il cuore dell’utenza. Gli e-book sono al centro di vere e proprie ipotesi di cartello, con i principali gruppi ipoteticamente interessati a tenere alto il livello dei costi per non incidere in modo troppo brusco sulle vendite del cartaceo tradizionale. Gli Ultrabook, infine, sono stati presentati da poco ed il mercato li annovera ancora soltanto in minima parte. La fotografia del mercato di qui a un anno, però, è a tutti chiara: i prezzi scenderanno in ognuna delle tre categorie in virtù della maggiorata concorrenza e la presenza sul mercato dei tre prodotti sarà in crescita costante. Il tutto va analizzato alla luce di quanto spiegato direttamente dall’ISTAT:
Gli affitti pesano sul paniere per il 2.4% poiché soltanto il 17,1% delle famiglie italiane vive in un’abitazione in affitto. L’indice generale viene ovviamente condizionato da questo fenomeno: in pratica, una spesa sostenuta da poco più del 17% delle famiglie italiane viene ripartita sull’intera popolazione
Da parte dell’Istat v’è ovviamente l’approccio neutrale di un istituto neutrale che ha il dovere di aggiornare il paniere fotografando usi e consumi degli italiani: le modifiche al paniere sono pertanto interventi oggettivi, la cui ricaduta sulla valutazione generale non può che essere però fortemente incisiva.
Il tutto non può che avere infatti una incidenza diretta sul calcolo dell’inflazione. Se infatti parte del paniere cresce ed incide giornalmente sulle spese degli italiani in modo costante, parte del paniere avrà invece incidenza crescente in parallelo ad un progressivo abbassamento dei costi. A livello teorico il tutto sembra poter portare artificiosamente al ribasso il calcolo dell’inflazione, poiché nel giro di pochi anni tali elementi del paniere avranno peso sempre maggiore a mano a mano che i prezzi scenderanno. Non a caso già oggi l’inflazione è ari al 3.2%, ma in realtà il prezzo del “carrello” (alimentari, benzina ed altri elementi d’uso quotidiano) vede una crescita pari almeno al 4,2%, con un paniere a due velocità che rischia di veder ora aumentare il gap già esistente tra le due valutazioni.
Risulta dunque possibile ipotizzare un’incidenza al ribasso sull’inflazione da parte dei prodotti tecnologici via via introdotti nel paniere? L’ipotesi è statisticamente priva di basi oppure oggettivamente sostenibile? Una prima valutazione sembra suggerire una risultanza di questo tipo. Il punto interrogativo rimane però aperto, in attesa di eventuali spiegazioni in grado di smentire il tutto per guardare con maggior fiducia all’indice calcolato.