La Terra sta male: 3 missioni Esa per monitorarla

L'Agenzia spaziale europea (Esa) invierà tre satelliti che monitoreranno costantemente lo stato di salute del nostro pianeta.
La Terra sta male: 3 missioni Esa per monitorarla
L'Agenzia spaziale europea (Esa) invierà tre satelliti che monitoreranno costantemente lo stato di salute del nostro pianeta.

Che la Terra stia soffrendo per le più svariate attività dannose dell’uomo, è ormai risaputo. Per questo motivo, l’Agenzia spaziale europea (Esa) invierà tre satelliti che monitoreranno costantemente lo stato di salute del nostro pianeta.

Tre satelliti per altrettante missioni spaziali che daranno informazioni dettagliate sulle condizioni della Terra, e che andranno ad incrementare le fila del programma di osservazione del Pianeta chiamato “Copernicus”.

Ad annunciare l’invio dei tre nuovi “osservatori” spaziali l’Esa durante la cerimonia di apertura del Living Planet Symposium, la più importante conferenza sull’osservazione della Terra, organizzata appunto dall’Esa in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) al Milano Convention Center. Presenti ben 4 mila esponenti di ricerca, industria e istituzioni che si ritroveranno per discutere sullo stato di salute del nostro pianeta fino a venerdì 17 maggio.

La Terra soffre per l’attività degli esseri umani e questo si vede molto bene dai satelliti, per esempio dall’innalzamento del livello dei mari, dallo scioglimento dei ghiacciai e dall’agricoltura che minaccia le foreste – afferma Josef Aschbacher, direttore dell’Esrin e delle attività di osservazione della Terra dell’Esa – Con questa conoscenza che cosa si può fare per mantenere un pianeta vivibile? Questa è la domanda che si devono porre i politici e la società.

In futuro Esa manderà nello spazio diverse sonde con l’obiettivo di fornire sempre maggiori dati sulla Terra: Sentinel 6 a fine 2020, che andrà a fare “compagnia” ad altri sette satelliti di Copernicus, poi sarà la volta di tre nuove missioni chiamate “Earth Explorers”, che verranno lanciate tra il 2022 e il 2023.

Avremo Biomass, che misurerà la biomassa delle foreste globali – spiega Aschbacher -. Poi Flex, che misurerà l’attività fotosintetica, per scoprire la sofferenza delle piante prima ancora che mostrino segni visibili. E infine EarthCare, che farà un bilancio della radiazione solare in atmosfera, per capire meglio i cambiamenti climatici.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti