Il Parlamento Europeo ha concesso all’ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) un nuovo passo avanti. La risoluzione relativa è infatti passata con 331 voti favorevoli e 294 contrari, dimostrando in un voto solo tanto la ferma volontà di portare avanti il progetto, quanto la forte divisione che l’argomento comporta tra i banchi parlamentari.
Non significa però che l’ACTA sia stata definitivamente approvata. Il provvedimento dovrà essere passato al vaglio in seguito, ma nel frattempo dall’UE è giunta una nuova espressione di consenso che porta avanti le procedure senza apparenti ostacoli. La via verso l’approvazione finale sembra dunque ormai sgombra, ma al tempo stesso l’ACTA rimane al centro delle attenzioni tanto per il principio che porta avanti, sia per i dubbi nel merito che stanno circondando la causa.
L’ACTA è un accordo internazionale che prevede al proprio interno una tutela più organica del copyright, mettendo più paesi in collaborazione ed estendendo così la lotta alla pirateria ad una dimensione globale più efficace e pervasiva. Il documento è stato nell’occhio del ciclone fin dall’inizio a causa di una serie di trattative segrete dalle cui basi è stato in seguito sviluppato il testo definitivo. Ultimamente le critiche sono ulteriormente aumentate in seguito al dubbio per cui l’ACTA non apporta grossi vantaggi effettivi poichè non mette tutto il mondo d’accordo sulla questione ed anzi vede importanti paesi non allineati ad un documento che va così a perdere di efficacia.
Il dibattito si fa ancor più importante nel momento in cui l’ACTA diventa un possibile viatico all’introduzione dei “tre strike” sul modello Hadopi a livello continentale. Sebbene l’UE abbia diffidato più volte la strategia francese, l’ACTA potrebbe riproporre il medesimo principio da una nuova angolazione, facilitando così l’estensione del progetto a livello continentale.
Per gli oppositori del documento iniziano settimane importanti poichè una nuova importante votazione è prevista tra circa un mese. A quel punto l’ACTA sarà quasi realtà: le occasioni per una caduta della proposta iniziano a farsi poche ed il fatto che il nuovo “si” giunga nei giorni della definitiva condanna della Pirate Bay non è probabilmente di buon auspicio per quel Piratpartiet che proprio al Parlamento Europeo ha avuto mandato di rappresentanza dall’elettorato svedese.