All’età di 92 anni è mancato Arthur W. Burks, una delle menti che stavano dietro il progetto ENIAC.
E’ iniziato tutto da lì. Quando vengono a mancare certi luminari, ci si accorge di quanto provenissero da una generazione particolare, di quanto abbiano affondato i propri studi nell’entusiasmo delle visioni e della proiezione al futuro. Burks nel 1966 pubblicava “Theory of Self-Reproducing Automata” e nel terzo millennio ancora non siamo arrivati a questo punto. Ma non era fantascienza: era quello il periodo in cui tutto iniziava e tutto stava per prendere una direzione. I pezzi venivano messi assieme per creare qualcosa di nuovo, di potente, qualcosa per superare i limiti precedenti. Oggi, per una serie di circostanze, un certo clima è difficilmente riproducibile.
Il nome di Burk, però, difficilmente viene trovato in relazione all’invenzione di ENIAC: una disputa sui brevetti ha infatti tagliato fuori i nomi Burks/Sharpless/Shaw dalla proprietà intellettuale. La storia, però, ha il dovere di non fermarsi sui formalismi.
A Burks ed a molti altri dobbiamo molto. Oggi gli si deve se non altro un ricordo.