Se l’e-commerce nostrano cresce a rilento è anche perché sono tante le riserve e le incognite sulle transazioni online. Ed il pericolo della bufala che viaggia in Rete tante volte è più forte della tentazione di comprare qualcosa con pochi colpi di mouse.
Sarà vero tutto ciò che un sito promette a proposito di un proprio prodotto che materialmente non si è visto e toccato? In quando tempo mi arriverà a casa il libro o il CD comperato online e quanto mi costeranno le spese di spedizione?
Sono tutti dubbi legittimi sull’affidabilità di un contratto stipulato a distanza su cui possono ricadere come macigni altri interrogativi, il principale dei quali riguarda la sicurezza. Chi mi dà la certezza che i miei dati personali (compreso quello della carta di credito) trasmessi online siano al sicuro?
Poi proprio per affossare ogni lontana intenzione di fare un acquisto in Rete mi posso domandare che tipo di tutela potrei mai avere di fronte ad un sito di e-commerce straniero che, di conseguenza si può sottrarre facilmente alla tutela giudiziaria. Materialmente è molto difficile, se non impossibile, nel caso in cui si abbia da ridire, portare davanti un giudice italiano un sito di commercio elettronico americano, ad esempio. Le cose cambiano se la net-company è localizzata in Europa o ha un legale rappresentante in Italia.
Per l’Adiconsum, una delle associazioni storiche a tutela dei consumatori, le preoccupazioni sui contratti online sono troppe e l’informazione a proposito è poca. Per questo ha avviato in collaborazione con una serie di aziende "Scambi Digitali", una campagna per l’e-commerce sicuro rivolto sia ai consumatori che ai produttori.
Cosa deve contenere un sito di e-commerce perché possa dare un minimo di affidabilità all’acquirente? O ancora quand’è che si è veramente a rischio di essere vittima di una truffa online? L’associazione dei consumatori con l’allestimento di un sito Internet e due pubblicazioni: mira dritto ai nervi scoperti dell’e-commerce ed alle situazioni che possono favorire le truffe online.
Dalla campagna appena avviata dall’Adiconsum si può ricavare una sorta di vademecum per metterci in guardia dalle situazioni che espongono al rischio bufala. Secondo l’associazione dei consumatori bisogna diffidare quando:
- manca l’identità completa del venditore
sul sito deve essere presente la ragione sociale, indirizzo della sede legale, stato giuridico ecc. Un rappresentante legale in Italia assicura la possibilità di adire un giudice in caso di lite. È bene che il sito abbia un numero di telefono a cui poter fare tempestivamente riferimento (per disdire, per avere altre informazioni ecc) ; - manca una scheda di informazione completa sul prodotto
la descrizione quanto più possibile dettagliata del prodotto (caratteristiche tecniche del bene e/o condizioni di fornitura) solitamente garantisce che si tratti di una nota informativa piuttosto che di pubblicità ingannevole; - non sono ben chiare le condizioni contrattuali del servizio
è sempre meglio stampare e leggere con attenzione le condizioni generali del contratto per fare attenzione che contengano clausole inique o abusive: come quelle che possono imporre il rinnovo automatico di un contratto, magari passando da una forma gratuita ad una a pagamento molto onerosa. A questo proposito va ricordato che la digitazione del numero della carta di credito perfeziona un contratto ed impegna al rispetto delle condizioni generali anche se non visionate durante la procedura elettronica, ma presenti sul sito e “da scaricare”; - manca informazione completa sulla garanzia commerciale
devono essere indicate le modalità, i tempi ed i luoghi in cui la garanzia è valida. Così pure il costo di spedizione al centro di assistenza che potrebbe essere addebitato a voi; - manca informazione completa sul costo
l’indicazione dell’importo dell’IVA (se non inclusa nel prezzo) e delle spese accessorie. Particolarmente se la merce proviene da paesi extra-europei, possono esserci spese di spedizione e diritti doganali; - manca l’informazione sul diritto di recesso e sulle spese correlate
in Europa è applicabile anche per i contratti Internet la Dir. 97/7/CE sulle vendite a distanza (in Italia recepita con il Dlgs. 185/99) che prevede e regolamenta le modalità di esercizio del diritto di recesso; - se non c’è l’informazione sui tempi di consegna e sulle modalità di spedizione della merce
- se al momento del pagamento non viene visualizzato il simbolo “Server sicuro di pagamento”
si tratta di un piccolo lucchetto che garantisce la criptazione dei dati durante il trasferimento in rete; sono ancora più sicure le transazioni affidate al server di una banca che garantisce maggiormente la correttezza dell’addebito e la riservatezza dei dati della carta.