In occasione della presentazione del Libro Bianco sui contenuti, l’Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCOM) lascia trapelare la volontà di approfondire uno degli elementi centrali dei nuovi sistemi di distribuzione: la neutralità della Rete, ossia quel principio che rende lo strumento autenticamente neutrale sotto ogni punto di vista per far sì che possa essere identificato come semplice mezzo che non va ad incidere sul modo in cui il contenuto viene prodotto, elargito, pagato e fruito.
Nella presentazione del lavoro dell’Authority, il Presidente Corrado Calabrò spiega che il Libro Bianco rappresenta «un progetto sostenuto con grande dispiego di energie, che affronta sistematicamente aspetti concernenti la struttura del mercato e la relativa catena del valore, i possibili sviluppi della domanda e dell’offerta, la competizione fra le differenti piattaforme, l’impatto in termini di concorrenza, la neutralità del mezzo di diffusione e la gestione dei diritti di esclusiva. Senza tralasciare i diritti fondamentali del cittadino, come la tutela del pluralismo e dei minori. Temi più che mai centrali nel dibattito che ruota intorno all’industria dei contenuti – prosegue Calabrò – e che non possono mancare nell’agenda ideale delle priorità di analisi di un’Autorità di regolazione e di garanzia che voglia essere – veramente – “convergente”». Se in gran parte trattasi di elementi spinosi ma di comune orientamento, la Net Neutrality sembra essere invece oggi l’aspetto più controverso, tale da meritare una indagine specifica.
Ad annunciarla è in tal caso il commissario Nicola D’Angelo; «Il problema della network neutrality evidenzia un profilo tecnico, la cui soluzione è connessa all’individuazione del giusto equilibrio tra la parte di banda e di rete da dedicare a servizi che necessitano di una gestione della parte di banda che deve continuare e garantire l’accesso a internet sulla base del principio del best effort. […] tale equilibrio riveste particolare rilevanza sotto due aspetti: la tutela del consumatore nella sua libertà di accedere ai contenuti leciti su internet senza restrizioni e la tutela degli operatori ad ottenere una remunerazione per i servizi offerti in rete». Ed aggiunge: «alla base del principio di neutralità tecnologica risiede la necessità di favorire il benessere dei consumatori, cioè la possibilità, da parte degli stessi, di avere accesso ai contenuti, senza discriminazione tra le reti di trasmissione. Questo principio può essere pertanto riferito tanto alla rete quanto al servizio».
Si tratterà di una indagine di fondamentale importanza poiché le conclusioni andranno presumibilmente a comporre la base legale su cui nascerà la futura Rete nazionale di nuova generazione: se la fibra tricolore non nascerà su un saldo principio di neutralità (cosa a cui gli operatori ambiscono, e che il Presidente Antitrust Antonio Catricalà non ha fatto mistero di voler tenere in considerazione) le conseguenze ricadranno direttamente sulla democraticità dell’accesso, sui limiti della navigazione e su un distinguo che per la prima volta potrebbe andare a pesare i bit in base al loro percorso sulla Rete.