L’AGCOM ha da poco approvato le nuove tariffe di terminazione per i gestori di telefonia mobile. Una vera rivoluzione che porterà grandi cambiamenti in questo settore.
Per chi non sapesse cosa siano le tariffe di terminazione basti sapere che sono i costi che un operatore paga ad un concorrente quando la chiamata di un suo abbonato raggiunge il cellulare di un altro gestore.
Come dire che se io che uso Tre Italia come gestore, chiamo un Cellulare della Tim, Tre paga una piccola quota a Tim per l’interconnessione.
Ora fino ad ieri queste tariffe in Italia erano molto alte, in particolare quelle verso Tre Italia.
L’AGCOM va dunque a limare progressivamente questi guadagni per arrivare nel 2012 ad una simmetria totale dei costi andando incontro parzialmente a quanto sollecitato dalla Commissione Europea che chiedeva riduzioni più drastiche.
Minori costi di terminazione significano anche minori entrate per il gestore ed ecco perchè Tre Italia in passato aveva tentato di bloccare questa decisione. Per un gestore giovane le tariffe di terminazione significano entrate indispensabili.
C’è da dire però che in Italia le tariffe sono decisamente troppo alte rispetto alla media europea. Viceversa questo calo potrebbe portare anche ad una competitività nel mercato, diminuendo i costi di terminazione potrebbero calare anche le tariffe per gli utenti.
Una rivoluzione nel bene e nel male dunque. Ma andiamo a leggere il comunicato stampa dell’AGCOM per capirne meglio i dettagli.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduta da Corrado Calabrò, ha approvato in via definitiva il provvedimento che riduce del 10% entro il 2011 le tariffe di terminazione per gli operatori di telefonia mobile.
La decisione, che formalizza il piano strategico dell’Agcom presentato a Bruxelles lo scorso 13 novembre dal presidente Calabrò e accolto con favore dal Commissario europeo alle telecomunicazioni Viviane Reding, punta a far sviluppare ulteriormente la concorrenza nel mercato mobile italiano ed è in linea con la bozza di raccomandazione della Commissione europea riguardo le tariffe di terminazione, ovvero i costi che un operatore paga ad un concorrente quando la chiamata di un suo abbonato raggiunge il cellulare di un altro gestore.
Per effetto della delibera dell’Autorità entro i prossimi tre anni le tariffe di terminazione scenderanno a 5,3 centesimi per Tim, Vodafone e Wind, dagli attuali 8,85 centesimi al minuto dei primi due operatori e dai 9,51 centesimi di Wind. Per H3g si passerà a 6,3 centesimi in luogo degli attuali 13.
Nel 2012, infine, sarà raggiunta la piena simmetria per tutti i gestori mobili, con una tariffa di terminazione pari, per tutti, a 4,5 centesimi al minuto.
Tale manovra, che completa il percorso di riduzione iniziato dall’Agcom nel luglio 2005 con l’approvazione di un intervento urgente in materia, produrrà ulteriori benefici per i consumatori italiani.
Ciò nell’ambito di un mercato che, come evidenziato dal rapporto del Regolatore britannico Ofcom del 20 novembre, presenta già prezzi finali più bassi di quelli praticati nei principali mercati mondiali (Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti).
Dall’analisi svolta da OFCOM con la consueta precisione risulta che per tutti i servizi di comunicazione (telefonia fissa e mobile, larga banda e servizi televisivi) l’Italia e il Regno Unito presentano i prezzi migliori sia per i singoli servizi sia per quanto riguarda le offerte congiunte (i cosiddetti pacchetti).
“Come si evince dal Rapporto OFCOM ? ha dichiarato il Presidente dell’AGCOM Corrado Calabrò – la politica dell’Autorità sulle le tariffe di terminazione produce gli effetti più favorevoli per i consumatori e incentiva la concorrenza, tanto è vero che il mercato italiano della telefonia mobile è il più conveniente e il più sviluppato e, al tempo stesso, quello più aperto alla competizione, anche internazionale. L’obiettivo è stato conseguito attraverso una strategia di lungo periodo volta a promuovere per gli utenti durevoli miglioramenti economici e della qualità del servizio, con continue innovazioni di prodotto e investimenti infrastrutturali da parte degli operatori”.